Vittima e usuraio si uniscono e diventano estorsori: 3 arresti, 15 indagati. I NOMI. IL VIDEO

Usura, estorsione, intestazione fittizia e spaccio di droga, tutto aggravato dal metodo mafioso. Finiscono in manette tre responsabili che avevano come quartier generale Cava de’ Tirreni. Si tratta di Dante Zullo, il figlio Vincenzo e Vincenzo Porpora, titolare di una pescheria in pieno centro della città dei portici. L’imprenditore Giovanni Sorrentino, invece, è stato trovato in possesso di un etto di cocaina all’atto della perquisizione ed è ai domiciliari. Una quindicina di indagati, per i quali ci sta ancora un’indagine aperta in quanto gli inquirenti devono appurare eventuali coinvolgimenti nell’attività criminosa di padre e figlio residenti a Santa Lucia di Cava de’ Tirreni. Emergono, inoltre, rapporti con personaggi di Castellammare di Stabia (Vincenzo Catania) ma residente a Scafati che avrebbe fornito del denaro per poi essere prestato a imprenditori e semplici cittadini con tassi di interesse che superavano il 120 all’anno. Sottoposti a sequestro 23 conti bancari, 150mila euro in contanti, due aziende (la Sorrentino Bus e la Sorrentino Car) e due cavalli da corsa intestati a Vincenzo Zullo ma di proprietà di Giovanni Sorrentino, imprenditore che per un periodo è stato genero di Zullo in quanto era fidanzato con la figlia. Il blitz è stato messo a segno, con un’operazione congiunta, dagli agenti della Squadra Mobile di Salerno guidata dal primo dirigente Lorena Cicciotti e dai carabinieri del Reparto Territorale di Nocera Inferiore sotto la supervisione del comando provinciale dell’Arma. Tutto su disposizione del gip presso il Tribunale di Salerno Stefano Berni Canani che ha accolto le richieste del pm della Dda Vincenzo Senatore.
Da vittima ad aguzzino, con un ruolo in quello che l’Antimafia sostiene essere un’associazione a delinquere finalizzata, tra l’altro, al traffico di droga e alle estorsioni. Questo il retroscena illustrato stamattina in Procura, dopo il blitz congiunto eseguito dalla Mobile di Salerno e i carabinieri del reparto territoriale di Nocera Inferiore.Stando alle indagini, Dante Zullo avrebbe trascinato nei suoi giri anche persone che in precedenza risultavano essere sue vittime. Come Vincenzo Porpora, titolare di una pescheria in Corso Mazzini a Cava, che trovandosi in difficoltà economiche aveva beneficiato di prestiti usurari per un totale di 6.800 euro. Una somma sulla quale aveva poi versato come interessi 3.800 euro in contanti, oltre a numerose forniture di pesce da circa 100 euro ciascuna e una riparazione di una vettura per circa 800 euro. Porpora, in seguito, aveva combinato un incontro tra Dante Zullo e Giovanni Sorrentino, imprenditore cavese che lavora nel settore del trasporto turistico e del noleggio di autovetture. Tra violenze e minacce consumate tra il dicembre 2014 e maggio 2017, Sorrentino avrebbe corrisposto – tra denaro, acquisti di autovetture, cavalli e di un garage sito in via Mazzini a Cava – un importo complessivo al gruppo di 150mila euro. E tra l’altro sarebbe anche stato costretto ad intestarsi fittiziamente veicoli, un immobile e alcuni cavalli, mettendo a disposizione di Zullo e Porpora alcuni conti correnti della sua ditta di trasporto turistico. Tra il 2015 e il 2016 invece, la ditta di Sorrentino assunse i due Zullo, oltre alla signora Carmela Lamberti, moglie di Dante, corrispondendo loro stipendi e contributi previdenziali a fronte di inesistenti prestazioni di lavoro. L’altro sequestro ha riguardato la ditta “Sorrentino Car”, facente capo allo stesso Giovanni Sorrentino e oggetto di rapporto usuraio con Vincenzo Catania, che aveva imposto l’attribuzione della ditta stessa a un suo fiduciario, Giuseppe Paolillo, indagato per riciclaggio.

 


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