Torre Annunziata, neonato morto: la direzione dell’Asl chiede chiarimenti a medici e infermieri di ginecologia dell’ospedale di Castellammare

Indagine interna dell’Asl per la morte del neonato nato al San Leonardo di Castellammare e morto dopo sette ore al Monaldi di Napoli. Ieri mattina, la commissaria straordinaria dell’Asl Napoli 3, Antonietta Costantiti, ha ascoltato l’equipe medica che ha assistito la mamma del piccolo Salvatore prima, durante e dopo il parto avvenuto domenica scorsa. La relazione dell’Asl sarà inviata alla Procura di Torre Annunziata che ha iscritto tre medici nel registro degli indagati per omicidio colposo.  La ricostruzione fatta da medici, ostetrica e infermieri conferma la circostanza che non erano emerse criticità tali dai tracciati per effettuare il taglio cesareo, l’equipe ha seguito il protocollo medico anche nel corso del parto, quando – per le difficoltà insorte nell’espulsione del bambino – è stata utilizzata la ventosa. Insomma, i medici de San Leonardo continuano a ribadire che il parto in questione è stato uguali a tantissimi casi che si verificano ogni anno. Per quanto riguarda l’asfissia grave che poi ha condotto il piccolo Salvatore alla morte, questa si sarebbe verificata solo dopo la nascita. Anche in quel caso è stato applicato il protocollo con il trasferimento del neonato in una struttura dotata di terapia intensiva neonatale. In questo caso, il servizio di coordinamento dell’Asl ha trovato al Monaldi il posto libero più vicino al Monaldi di Napoli. Il piccolo Salvatore è nato alle 14,30 al San Leonardo di Castellammare, l’ingresso e l’arrivo a Napoli è registrato alle 17. Dunque, il piccolo è stato ricoverato all’ospedale stabiese due ore prima che fosse attivato il trasferimento. L’indagine della Procura di Torre Annunziata, coordinata dal sostituto procuratore Sergio Raimondi, tende a chiarire se siano stati commessi errori medici nelle cure prestate prima alla mamma e poi al bambino venuto alla luce. L’ipotesi è che i medici del San Leonardo non si siano accorti di una sofferenza fetale procedendo con il parto naturale, forzato, invece che procedere al taglio cesareo. La causa della morte scritta sulla cartella clinica dell’ospedale Monaldi è stata individuata nei gravi danni neurologici causati dalla mancanza di ossigeno post parto. L’autopsia dovrà accertare se l’ipotesi formulata dai medici del Monaldi è confermate e se vi sono responsabilità da parte dei medici come sostengono Romeo e Carmela, i genitori del piccolo Salvatore. Inoltre i genitori lamentano un cattivo funzionamento delle apparecchiature in dotazione all’ospedale, a partire dal cardiotocografo, lo strumento che serve per misurare il battito cardiaco del feto, fino all’ambulanza utilizzata per il trasporto. In casi del genere vi sarebbe stato bisogno di utilizzare un’ambulanza di terapia intensiva neonatale. 


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