Il pentito Cerrone: “Io e Imperiale guadagnavamo 15 milioni di euro all’anno con la droga”

E’ nell’interrogatoro dell’otto settembre scorso, reso davanti al pm Vincenza Marra della Dda di Napoli, che  Mario Cerrone, 42 anni da Fuorigrotta, broker internazionale della droga e socio in affari di Raffaele Imperiale “lelluccio ‘o parente”  e importatore della cocaina e non solo per conto degli “Spagnoli” Amato-Pagano ha svelato agli investigatori il nascondeglio dei due Van Gogh a castellammare a casa dell’ex amico. Il neo pentito come scrive il gipdel Tribunale di napoli nel provvedimento di sequestro”… ha confermato pienamente l’esistenza dell’associazione contestata, la sua operatività già dal 2000, il pieno inserimento in essa di gran parte dei propri coindagati, i rapporti con il clan Amato-Pagano, i collegamenti con grandi rifornitori esteri e con faccendieri internazionali…specifi- cando che gli utili dell’organizzazione, pari ad almeno 15 milioni di euro annui in relazione alla pro-pria quota e a quella di Raffaele Imperiale, indicando anche una serie di beni e oggetti di grande valore frutto dei reinvestimenti dell’attività legata al traffico di stupefacenti, in gran parte sottoposti a sequestro il 19 settembre 2016″. Cerrone rivela infatti, sempre nel corso dello stesso interrogatorio, di avere “la disponibilità di due dipinti attribuibili al pittore olandese Vincent Van Gogh, trafugati all’interno dell’omonimo museo di Amsterdam e acquistati, insieme a Imperiale, come forma di investimento dei proventi dell’attività di traffico internazionale di stupefacenti”. Ma come riporta Il Mattino, il neo collaboratore spiega anche il suo rapporto con Imperiale nel dettaglio: “…Siamo alla fine del 2000, quando entro nel coffee shop di Imperiale, ad Amsterdam. Ci conoscemmo, gli chiesi una fornitura di cocaina, e fu lui a indirizzarmi ad alcuni soggetti..ed entra in scena tale Richard Van De Bunt, meglio noto come Rick il biondo, per garantirmi una fornitura che venne fatta passare per il porto di Genova. Era il capodanno tra 2000 e il 2001”.

Fu come una messa alla prova per Cerrone che, pur pagando in ritardo la prima fornitura, venne ammesso come una persona degna di fiducia. È questo il salto di qualità, nel momento in cui Imperiale racconta al nuovo socio (di qualche anno più giovane), che si trova in solidi rapporti di affari con la famiglia Amato di Secondigliano. Ricordate Raffaele Amato? Tra il 2004 e il 2005 sarà a capo della terribile faida di Scampia e Secondigliano, con la scissione dal clan Di Lauro. Anni di arricchimento, intervallati da qualche periodo di cella, fino a quando nel 2009, sotto i colpi della faida, «Raffaele Imperiale mi informa che si era creata una vera e propria casse comune». Olanda, dove si muovono Rick il biondo e il suo socio Frankie, per passare a Marbella, in Spagna, fino ad arrivare all’Italia, dove Cerrone e Imperiale riescono a far arrivare partite di cocaina.

Tra il 2011 e il 2013 c’è il caos, Napoli nord torna ad essere una polveriera, con la rivolta dei cosiddetti «girati» della Vannella grassi e continue crepe interne al cartello degli scissionisti. Cosa accade? Viene arrestato Cesare Pagano, cade il patto di esclusiva che legava storicamente Cerrone e Imperiale a quelli di Secondigliano (ala scissionista). Spiega Cerrone: «Anche altri clan si fanno avanti e il primo a bussare alla nostra porta è un giovanissimo. Si chiama Mariano Riccio, con cui stabilimmo solidi rapporti economici, e non solo».

C’è spazio anche per una sorta di discesa in campo sotto il profilo delle armi e delle spedizioni punitive. Stando alla ricostruzione operata dalla Guardia di Finanza, il gruppo Cerrone-Imperiale può contare anche su una cinquantina di affiliati, una decina dei quali decisamente pronti compiere stese o agguati. Un punto sul quale è abbastanza chiaro il pentito Carmine Cerrato: «So che i Cerrone-Imperiale potevamo contare su quaranta-cinquanta uomini, tanto che una volta fu lo stesso Cerrone a spiegare a Mariano Riccio e a me che, se necessario, teneva ragazzi armati e in sella a Tmax, erano pronti a colpire».

(nella foto Mario Cerrone e Raffaele Imperiale)

Articolo precedenteArzano, smantellato lo zoo del clan nella 167. Arresti e denunce dei carabinieri
Articolo successivoLa mattanza di Miano: è caccia all’uomo e tutti contro tutti