Il boss pentito Ferraiuolo: “Ecco come Luciano Mazzarella uccise il cugino Andrea Ottaviano”

 Un altro “Cold case” della camorra napoletana è stato risolto grazie alla colaborazione e al racconto di numeorsi pentiti. E’ quello del reggenete degli affari illeciti nella zona della maddalena, Andrea Ottaviano ucciso l’11 giugno del 2011 dal cugino Luciano Mazzarella con la complicità diLuciano Barattolo(entrambi arrestati ieri) e di Mariarca Riera, parente di Luciano e Andrea perche’ moglie di un cugino, e Luisa Mazzarella, zia di Luciano, che depistarono le indagini  e da ieri agli arresti domiciliari.  Sono bene sette i pentiti che hanno continibuito alla risoluzione del caso: i fratelli Francesco Mazzarella e Alfonso Mazzarella, tra l’altro cugini della vittima e del killer, Gennaro Tubelli, Raffaele Sollo, e il boss Maurizio Ferraiuolo, le cui confessioni sono state determinanti. Omicidio nato da gelosie familiari nella gestione dei traffici illeciti al centro di Napoli.  Mazzarella contro Mazzarella, dunque.

Luciano  Mazzarella dopo essere stato scarcerato alla fine del 2010, si è ritrovato nella scomoda posizione di dover fare i conti con il nuovo ruolo acquisito del cugino Andrea Ottaviano che aveva  “ereditato” il potere dal fratello Paolo. E come nacquero subito i contrasti tra i due. Nell’albero genealogico, del resto, ben più numerosi erano i rami che deponevano a favore. di Luciano che è infatti il nipote dell’indiscusso boss di San Giovanni a Teduccio, Vincenzo “’o pazzo”, e di Gennaro “’o schizzo”, reggente del clan sul fronte di piazza Mercato e Poggioreale; oltre che figlio dell’ex re del contrabbando di “bionde” Ciro “’o scillone”. Nonostante ciò Ottaviano era però riuscito a diventare il “responsabile” del mercato della Maddalena, succedendo al fratello Paolo. Ma il ritorno in libertà di Luciano Mazzarella finì per mettere tutto in discussione. La goccia che fece traboccare il vaso non tardò ad arrivare. La vecchia cupola, durante un vertice organizzato nelle segrete stanze del-’ospedale Ascalesi, decise infatti di ridimensionare drasticamente l’operatività di Ottaviano, ta to da relegarlo al ruolo di semplice “soldato”. Il diktat, neanche a dirlo, non fu accettato di buon grado dal diretto interessato. Che, per tutta risposta, a stretto giro di posta pretese dal clan un anticipo sulla “mesata” che gli spettava. È il momento in cui, di fatto, viene accesa la miccia. Una vera e propria bomba a orologeria è pronta a esplodere nel cuore del clan Mazzarella. Ecco come avvenne l’omicidio come riporta Il Roma secondo il racconto del boss pentito Maurizio Ferraiuolo.

Maurizio Ferraiuolo era l’uomo di mezzo. Alternando piombo e diplomazia era riuscito a ritagliarsi un ruolo di primo piano nelle gerarchie criminali del centro storico. Ma Ferraiuolo  è soprattutto l’uomo che, avendo avuto accesso a gran parte dei segreti della dinastia Mazzarella, ha consentito agli inquirenti della Dda di far luce sull’omicidio di Andrea Ottaviano. È proprio il collaboratore di giustizia a puntare il dito contro Mazzarella e Barattolo. Ferraiuolo, dopo anni di sanguinosa contrapposizione ai Mazzarella per il controllo della Duch sca e di Forcella, in seguito a un summit svoltosi a casa di “’o mnuzz”, decide di riconciliarsi con Andrea Ottaviano, al punto da diventarne amico e sconsigliarne l’uccisione ai rivali. Ma dopo l’omicidio cambia nuovamente strategia, riavvicinandosi al ras Luciano. Cruciale, al fine delle indagini, l’interrogatorio dell’11 di-embre 2012. In quella sede Ferraiuolo dichiara che «nel periodo in cui Luciano Mazzarella era detenuto, era Ottaviano, insieme a “’o paciano” e a Fabio D’Amico, ad avere il controllo sul mercato della Maddalena». Proprio per questa ragione si era creato un contrasto tra lui e i Mazzarella». Il pentito rivela che «Luciano Mazzarella, tornato in libertà, voleva affiancarlo nella guerra ai Mazzarella, in quel periodo sotto la guida di Ottaviano. Quest’ultimo, a suo dire, era colpevole di es- sersi appropriato di estorsioni che spettavano a lui». Ferraiuolo, però, non raccoglie la sfida e stringe l’accordo con i vertici in quel momento egemoni, tanto da comunicare a Mazzarella che lui «non voleva la morte di Ottaviano». Ma gli eventi seguono un corso diverso. A tratti imprevedibile. È sempre Ferraiuolo a svelare il retroscena: «In seguito a una riunione all’ospedale Ascalesi, alla quale parteciparono Luciano Mazzarella, Andrea Ottaviano, Rosario Borrelli e Tonino Accennato, il ruolo di Ottaviano veniva ridimensionato fino a diventare quello di un semplice stipendiato. Il controllo della Maddalena venne assegnato a Luciano. Dopo questa ridefinizione Ottaviano si fece consegnare da “’o paciano ”un anticipo di 1.500 euro». È l’inizio
della fine: «Mazzarella partì da Forcella con Barattolo, incaricato di convocare Ottaviano nell’abitazione di Barile. Ottaviano si presentò portando con sé la pistola avuta in regalo. Mazzarella rimproverò Ottaviano per essersi fatto consegnare quei soldi e gli diede uno schiaffo. Ottaviano non poté reagire, essendo trattenuto da Barattolo, né estrarre l’arma». Cosa che fec einvece il boss:«Sparò un paio di colpi all’addome. Poilo raggiunse in strada e gli scaricò l’intero caricatore”.

(nella foto i carabinieri sul luogo dell’omicidio di Andrea Ottaviano e nel riquadro il killer Luciano mazzarella e il giovane complice, Luciano Barattolo)

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