Napoli, i baby boss del rione Conocal di Ponticelli alleati dei Riccio dei Quartieri

I baby boss del rione Conocoal di Ponticelli controllavano anche il traffico di droga ai Quartieri Spagnoli grazie all’accordo con i Riccio. E’ quanto sta emergendo dall’inchiesta “Delenda 2” del luglio scorso che portò in carcere gli otto pusher che avevano preso il posto dei boss arrestati. Ora hanno fatto sapere di voler optare per il processo con rito abbreviato che inizierà il prossimo gennaio davanti al gip Avallone del Tribunale per i minori e che  prevede lo sconto di pena.

Nel corso delle indagini è stato accertato che gli 8 indagati operavano su ben 11 piazze di spaccio di marijuana, addirittura con turni fissi e cambio sul posto. L’inchiesta ha anche permesso di Identificati gli autori del ferimento a colpi d’arma da fuoco di Gaetano Caputo, avvenuto a Cercola il 13 luglio 2014. Allora infuriava la guerra tra i D’Amico e i De Micco. Poi, davanti all’evidenza della prova, le Procura di Napoli ha emesso un decreto di giudizio immediato e gli imputati, tutti, hanno scelto di essere proces- sati con il rito abbreviato per avere sconti di pena.

L’unico fatto di sangue contestato nell’ordinanza di custodia cautelare è il ferimento di Gaetano Caputo, un giovane del rione Caravita a Cercola che non è mai stato affiliato a clan ma che era vicino a Fabio Riccardi, accostato dai D’Amico ai De Micco. E proprio per i rapporti indiretti con i “Bodo” che “’o cafone”, il 13 luglio 2014, fu ferito a un gluteo nel corso di un’azione di fuoco nella cittadina vesuviana. A ricostruire l’episodio è stato Gaetano Lauria “o’ somaliano”, che ha puntato il dito in particolare contro due suoi ex soci di camorra. Ecco alcuni passaggi di un verbale d’interrogatorio, riportati dal Il Roma in edicola:

“Tra gli affiliati al clan D’Amico indico Mario Buonomo detto “Pacciani”, che ha anche partecipato al ferimento di Mimmo Limatola e a quello di Gaetano “o’ cafone” di Caravita, persona vicina a Fabio Riccardi. Prima del mio ingresso al “Conocal”, Buonomo mi disse di aver partecipato anche al ferimento del figlio di Francesco De Marrino. Mariano Abbagnara ha partecipato a entrambe le azioni». Va precisato che nel provvedimento restrittivo è contestato soltanto ad Abbagnara. La vittima fu colpita da un solo proiettile al gluteo e la circostanza ha fatto sempre pensare agli inquirenti che l’obiettivo del raid armato non era quello di uccidere, ma soltanto di lanciare un messaggio minaccioso ai De Micco. La pistola utilizzata era una calibro 7,65…”. Mariano Abbagnara negli ultimi mesi è salito agli onori della cronaca nazionale per essere il testimonial del docufilm “Robinù” che Michele Santoro ha presentato alla ultima Mostra del Cinema di Venezia. Nel trailer Mariano “faccia janca” fa l’elogio delle armi e della loro potenza arrivando addirittura a dire che imbracciare un kalashnikov è come stare insieme con Belen Rodriguez. E qualche giorno dopo l’uscita del trailer fu uno degli organizzatori della rivolta nel carcere minorile di Ariano Irpino tanto che poi ne è stato disposto il suo trasferimento.

I BABY-IMPUTATI

ABBAGNARA MARIANO NAPOLI  02/05/1997

APREA VINCENZO NAPOLI  29/09/1995

CARDEROPOLI ATTILIO NAPOLI  19/10/1998

CASILLO CIRO NAPOLI 19/19/1997

COSTANZO VINCENZO NAPOLI 29/04/1997

D.C. ANTONIO NAPOLI 17 ANNI

E. ANTONIO NAPOLI 16 ANNI

P. JESSICA NAPOLI 17 ANNI

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