Castellammare, Antonio D’Apice licenziato mentre si curava per la leucemia

Licenziato mentre si curava per la leucemia . A portare sotto i riflettori la storia di Antonio D’Apice è il sito Onaircomunicazione . In un video Antonio D’Apice racconta la storia che lo vede suo malgrado protagonista. «Ero lavoratore del Comune e fu pensato di fondare la Multiservizi, io stesso fui promotore del servizio di smaltimento degli oli, la gestione dei bagni pubblici e la raccolta degli animali morti sul territorio comunale – spiega Antonio D’Apice – Tutto è iniziato quando un giorno, nell’estate del 2013, dopo aver terminato il mio turno di lavoro e il direttore mi spiegò che dovevo subito sospendere la mia attività lavorativa. Ero incredulo, credevo fosse uno scherzo e poi mi hanno spiegato che i valori del mio sangue erano alterati. Così ho scoperto di essere affetto da mielodisplasia, una forma di leucemia, andavo incontro alla morte. Ho iniziato le cure, e dopo un anno e mezzo di chemioterapie fatte a Pagani è arrivato il donatore di midollo e così finalmente arriva il trapianto. Sono venuto a sapere che l’azienda è fallita quando ero in cura, ma mi hanno rassicurato che potevo mandare certificati medici e stare tranquillo e curarmi. Invece pochi giorni fa mi è arrivata una lettera dalla Buttol srl che annunciava la sospensione dal servizio e il licenziamento». Una vicenda assurda  e che ora sarà affrontata in sede giudiziaria . Antonio D’Apice, infatti, si è rivolto all’avvocato Dario Raffone che ha impugnato il licenziamento .


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