La Dda indaga sui voti alla lista civica del parente del pentito Loreto

Un nodo tra politica e clan, un nodo da chiarire per scongiurare il pericolo che la camorra si sia infiltrata nuovamente nei gangli dell’amministrazione scafatese. Un nodo che il pentito Pasquale Loreto non è riuscito a chiarire e che Alfonso Loreto, il figlio, saprà certamente raccontare. E sì perché Alfonsino ha partecipato attivamente alle ultime elezioni amministrative, insieme al clan Ridosso. La lista che il gruppo di giovani “guaglioni” supportava, almeno stando a quanto sostengono gli inquirenti, era “Grande Scafati”, una delle liste che affiancava il candidato sindaco Pasquale Aliberti nella riconferma alla poltrona più alta del consiglio comunale. E in effetti quella lista – ottenendo 1147 voti – , entrò con un suo esponente in consiglio comunale. Il dato è storico, ma anche “familiare”. E sì, perché colui che poi entrò nell’assemblea cittadina fra le new entry delle ultime amministrative, uno sconosciuto nel panorama politico locale, è un familiare acquisito di Alfonso Loreto. Si chiama Roberto Barchiesi ed è lo zio della moglie del giovane Alfonsino. Ottenne, nel 2013, 271 voti, e tanti bastarono per essere il primo degli eletti e entrare in consiglio comunale. Barchiesi, fedelissimo di Aliberti, siede attualmente nell’assemblea cittadina nonostante sia stato al centro di un vero e proprio “giallo” politico. Un anno dopo l’elezione, nel marzo 2014, improvvisamente si dimise per “ragioni personali” disse all’epoca. Ma pochi giorni dopo quella decisione ebbe un ripensamento e presentò un ricorso al Tar per ottenere il suo reintegro, sostenendo che non era stato lui a presentare le dimissioni bensì la moglie. Una spiegazione che convinse i giudici del Tribunale amministrativo che consentirono a Barchiesi di rientrare in consiglio comunale, un anno dopo nel 2014. La sua piena fedeltà al sindaco Pasquale Aliberti è durata fino a dicembre dello scorso anno quando, contrario alla manovra decadenza, decise di votare con l’opposizione per evitare il voto anticipato. Alfonso Loreto, conosce bene le dinamiche politiche che portarono all’elezione di Barchiesi. I Ridosso furono in prima linea in quelle amministrative e non sfuggì a nessuno che in via Martiri d’Ungheria fu allestito un comitato elettorale che i “guaglioni” frequentavano attivamente. E poi c’è quel legame familiare che, nonostante sia acquisito, non è sfuggito né agli inquirenti né alle dichiarazioni di Alfonso Loreto che da circa un mese ha iniziato a collaborare con la giustizia, trasferendosi con i suoi familiari più stretti in una località protetta. La notizia del pentimento di Alfonso Loreto ha creato scompiglio. E così come accadde 23 anni fa, quando un familiare del clan Loreto – Rosa Schettino, la cugina del boss della ferrovia – entrò a pieno titolo nel decreto di scioglimento per essere stata eletta nel consiglio comunale di Scafati, anche oggi la famiglia Loreto dovrà spiegare i legami che ha avuto con un suo familiare che siede nell’assemblea cittadina.


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