Maddaloni: l’imprenditore Di Nardi pagò anche il viaggio alle Antibes al sindaco

Presunte tangenti per l’affidamento del servizio di raccolta dei rifiuti. Su questo si sono concentrate le indagini della Procura di Santa Maria Capua Vetere  culminate questa mattina nell’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 5 indagati, tra i quali spicca il nome del sindaco di Maddaloni Rosa De Lucia. Due le misure di custodia cautelare in carcere eseguite, nei confronti del primo cittadino di Maddaloni e dell’imprenditore Alberto Di Nardi. Tre gli indagati posti agli arresti domiciliari: l’assessore Cecilia D’Anna e i consiglieri comunali Giancarlo Vigliotta e Giuseppina Pascarella. I Carabinieri hanno notificato inoltre due avvisi di garanzia, uno dei quali a Bartolomeo Vinciguerra, comandante della Polizia municipale di Maddaloni. Dal pagamento di un viaggio ad Antibes all’erogazione di 500 euro per la manifestazione “Stop femminicidio” e di 5mila euro per 600 metri di luminarie in via Napoli a Maddaloni  nel 2015. Così si concretizzava, secondo i pm della Procura di Santa Maria Capua Vetere, il “rapporto corruttivo” tra il sindaco di Maddaloni  Rosa De Lucia e l’imprenditore Alberto Di Nardi, titolare della ditta Dhi alla quale era affidato il servizio di raccolta rifiuti.  Secondo gli investigatori, la Dhi Holding Industriale spa di Alberto Di Nardi ha ottenuto, tra il 2013 e il 2015, “l’emissione di ordinanze di proroghe trimestrali degli affidamenti diretti del servizio di igiene urbana, comportanti un impegno di spesa di 423mila euro, in modo illegittimo sia per la mancanza dei presupposti di eccezionale e urgente necessità, sia perché eccedenti i limiti massimi di 18 mesi”, spiega il procuratore Maria Antonietta Troncone.  Di Nardi avrebbe inoltre erogato “benefici sul piano politico ed elettorale” con “sponsorizzazioni di vario tipo e importo, tra le quali 500 euro per la manifestazione Stop femminicidio e circa 5mila euro per la realizzazione di 600 metri di luminarie in via Napoli per l’anno 2015, per dare copertura economica ad attività patrocinate dal Comune e dal sindaco in persona”. Affinché il rapporto “corruttivo” potesse proseguire nel tempo, Di Nardi avrebbe inoltre fornito aiuto al sindaco “perché questi potesse sanare i dissidi interni alla maggioranza consiliare e assicurarsi la prosecuzione dell’attività consiliare, e quindi del suo mandato di sindaco”.


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