Qualiano. In manette Giuseppe Marra, genero di Raffaella D’Alterio ‘a miciona, ex reggente dell’omonimo clan ora in carcere. E’ stato sorpreso in casa con altri tre pregiudicati. Un summit interrotto dai carabinieri che nel corso della perquisizione hanno rinvenuto in tasca a Marra, sposato con Costanza Pianese, mille euro di dubbia provenienza.  Il 25enne era sottoposto agli arresti domiciliari per droga, con divieto di frequentazione con persone estranee al nucleo familiare. Tanto è bastato per i carabinieri della stazione di Qualiano, coordinati dal maresciallo Pasquale Bilancio, per ammanettare Giuseppe Marra e condurlo in carcere. Il ragazzo è noto alle cronache per spaccio di droga. Pregiudicato di piccolo cabotaggio, al contrario della moglie, Costanza Pianese, figlia di Nicola detto o mussuto, ucciso in un agguato che, secondo le indagini e i collaboratori di giustizia fu organizzato dalla stessa ‘miciona’. Costanza fu arrestata nel 2012 insieme alla madre proprio per il reato di associazione a delinquere. Nelle ordinanze emerge la figura di una donna pienamente attiva nell’organizzazione criminale e soprattutto molto generosa con uno storico fidanzato. Dai documenti infatti emerge che Costanza accecata dall’amore per il compagno dell’epoca era solita riempirlo di regali molto costosi: vestiti firmati e monili. Ma Costanza Pianese un giorno regalò al suo amato fidanzato anche una Ferrari con targa d’oro, fu questa eccessiva generosità a farla scontrare con il fratello. Oggi Costanza Pianese è in regime di sorveglianza speciale ed è obbligata a restare in casa. La figlia del boss insieme alla madre era diventata reggente del clan di Qualiano. Il gruppo era solito gestire soprattutto le estorsioni e oggi anche lo spaccio di droga. Ora invece i carabinieri dovranno capire perché uno dei pregiudicati presenti al summit a casa di Giuseppe Marra e Costanza Pianese, portasse con sé mille euro in contanti. Il 25enne soprannominato barbetta è imparentato ai clan napoletani degli Abete-Abbinante ed è probabile che insieme a quei gruppi stesse mettendo su delle piazze di spaccio propio a Qualiano. Ed è infatti questa la pista più accreditata dai militari dell’arma. Un particolare nuovo nella storia criminale di Qualiano, paese vissuto sotto l’egida del clan Mallardo che ha sempre proibito lo spaccio di droga sul territorio.