Salerno: Citarella in aula spiega il “sistema appalti” e chiede la scarcerazione

Il “Sistema appalti”, la corruzione dei funzionari e dei politici e la cresta sulle opere pubbliche: Giovanni Citarella conferma le accuse nei confronti degli imprenditori e dei funzionari pubblici che gli consentivano di avere il monopolio negli appalti della Provincia di Salerno. Ieri pomeriggio, l’imprenditore – in carcere a Potenza per scontare la pena inflittagli proprio nell’ambito dello stesso procedimento – ha confermato dinanzi ai giudici del tribunale di Salerno e ai pm Francesco Rotondo e Guglielmo Valenti quanto riferito alla fine di maggio del 2008 al magistrato Rosa Volpe. Assistito dall’avvocato Michele Sarno, il teste dell’accusa ha nuovamente accusato il cugino Rino Citarella e gli imprenditori salernitani con i quali si spartiva gli appalti attraverso un “sistema” escogitato proprio dal cugino e basato sul calcolo del ribasso. Le cordate di ditte – tutte gestite dai Citarella – si assicuravano la vittoria delle gare indette dalla Provincia anche grazie alla complicità e alle imbeccate dei funzionari di Palazzo Sant’Agostino. Nel processo denominato “Due Torri” sono ancora imputati gli imprenditori salernitani Luigi Di Sarli e Giovanni Botta, il nocerino Eduardo Sale e i funzionari della Provincia Raffaele Orefice e Francesco Pio De Luca, accusati di associazione per delinquere e corruzione. L’avvocato Mario Ianulardo, difensore di Orefice, ha nuovamente sollevato l’eccezione di incompetenza per territorio, mentre è stato chiesto ai giudici di valutare i termini di prescrizione dei reati. Al termine dell’udienza, il super teste Citarella ha chiesto che i verbali dell’udienza vengano trasmessi al Tribunale di Sorveglianza – che da mesi gli nega la scarcerazione – affinché vengano utilizzati per ottenere un’attenuazione della misura. (r.f.)


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