Scafati, bomba al My Love: si indaga sulla vendetta trasversale. La titolare fu arrestata per spaccio di droga

Scafati. Bomba al My Love le indagini si indirizzano verso la pista della vendetta trasversale. Il locale inaugurato solo un mese fa, infatti, è gestito da Teresa Cannavacciuolo, 34enne scafatese, arrestata un anno fa per detenzione e spaccio di stupefacenti. L’ordigno posizionato dinanzi la saracinesca di ferro ha provocato molti danni sia al negozio che alle abitazioni circostanti. La donna interrogata dai carabinieri ha sostenuto di non aver avuto nessuna richiesta estorsiva, ma gli inquirenti stanno indagando sulla vita della donna per cercare il movente che ha armato gli attentatori. Teresa Cannavacciuolo, arrestata giusto un anno fa perché durante una perquisizione nel suo appartamento furono trovati 10 grammi di cocaina, finì di nuovo in manette alla fine dello scorso anno per un furto in un supermercato di Pompei. La commerciante in passato ha avuto una merceria a Corso Trieste, al centro di Scafati ed è sposata con un giovane pregiudicato scafatese, fratellastro del più noto Gianmarco Fattorusso più volte implicato in indagini per spaccio di stupefacenti e furto. I carabinieri del Reparto Territoriale concentrano l’attenzione nel mondo dello spaccio locale. Non è escluso, infatti, che l’avvertimento dell’altra notte sia avvenuto nell’ambito di un contesto criminale più ampio, magari una vendetta trasversale nei confronti della donna che ha numerosi familiari con precedenti penali. Una ritorsione, insomma, o un avvertimento da parte dei ras del quartiere Mariconda dove – almeno fino a qualche mese fa – regnavano incontrastati i Ridosso-Loreto e dove pare si stia facendo spazio un gruppo già finito nel mirino della Procura. A giugno scorso, infatti, i finanzieri della Compagnia di Scafati arrestarono Luigi Borrelli, 32 anni, per armi candestine e ricettazione di bici rubate, oltre che per droga ed effettuarono perquisizioni presso un noto pregiudicato scafatese, Mario Cipriano, 45 anni, alias Oplà, che dopo aver scontato una pesante condanna nell’ambito del processo Scafo per traffico di stupefacenti con il clan Aquino-Annunziata di Boscoreale è tornato libero.


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