Boscotrecase. Partorisce in ambulanza e i medici salvano la bimba arrivata in ipotermia all’ospedale di Boscotrecase: una storia che riapre la polemica per la chiusura del reparto maternità del nosocomio boschese, prevista per il 20 aprile prossimo. “Abbiamo fatto solo il nostro lavoro e ci piacerebbe continuare a farlo su questo territorio” dicono medici e infermieri che hanno salvato la mamma e la bimba nata su una barella dell’ambulanza a poche centinaia di metri dall’ospedale. E se il reparto fosse stato chiuso probabilmente la piccola sarebbe morta. Sono le 2,20 quando all’ospedale arriva a tutta velocità l’ambulanza con la piccola Maria nata pochi minuti prima proprio sulla barella all’interno del veicolo. È in ipotermia, il suo piccolo corpicino ha una temperatura molto bassa, ancora legata dal cordone ombelicale con la mamma. I dottori del pronto soccorso, allertano la sezione di ginecologia ed ostetricia e salvano le due vite. A raccontare l’episodio è Francesco Ascione, il medico che ha curato la piccola e la mamma e insieme all’ostetrica Fabozzi e al pediatra Izzo si è preso cura di loro. “Non è un caso isolato quello dell’altra notte. Venti giorni fa una giovane mamma ha avuto il distacco di placenta. In casi come il suo anche pochi minuti possono essere determinanti” ha sottolineato Ascione. Il Sant’Anna e Madonna della Neve serve un bacino di utenza che va da San Giorgio a Cremano a Pompei, spingendosi fino ai paesi del vesuviano. Una popolazione di oltre 700 mila persone. Un nosocomio che vive di paradossi, come quello di avere una sala parto dove nascono ogni anno oltre 300 bimbi ed una sala operatore proprio accanto mai ultimata, come, del resto, un’intera ala della struttura. Medici e infermieri si stanno battendo per evitare la chiusura del reparto e di altri servizi. “Si dovrebbe superare la logica dei numeri, come accade in altre parti d’Italia, e continuare ad offrire servizi indispensabili” dice. L’appello dei sindacata è accorato, rinviare la chiusura di sei mesi o un anno e superare la logica del risparmio ai danni della salute dei cittadini. Ma la scelta di chiudere ostetricia e ginecologia per la Regione e del commissario Polimeni è irrevocabile e anzi sono stati bloccati i ricoveri. Nel frattempo, i sindacati hanno raccolto 5mila firme per evitare la chiusura del reparto di maternità e ottenere una proroga di sei mesi.