Era stato prima il pentito Ciro Gaudino a spiegare agli inquirenti che il clan Aascione -Papale aveva messo in piedi un fiorente traffico di cocaina al centro di Ercolano grazie a volti nuovi per rivolgersi ai giovani della movida ercolanese e poi partita l’inchiesta sono stati alcuni clienti “pizzicati”  e denunciati a raccontare tutto. A quel punto i carabinieri della compagnia di Torre del Greco che ieri mattina hanno smantellato la banda, che era controllata dalle mogli dei boss in carcere, con sette arresti hanno chiuso. I militari erano riusciti anche a piazzare delle telecamere a infrarossi nei pressi del Mav di Ercolano dove avveniva il fiorente spaccio di droga. E così in manette sono finiti, Salvatore Infante, Giovanni Coppola, Pasquale Formicola, Luciana Saracino, mentre sono stati disposti i domiciliari per: Giuseppe Acampora, Francesco Zolfo e Michele Infante. Dalle indagini è emerso che la banda di spacciatori era gestita sul campo da Salvatore Infante, nipote di Giuseppe Infante, uomo del clan Birra, ucciso nel 2001 nell’ambito della sanguinosa faida di camorra proprio dagli Ascione-Papale al quale lui ora si era legato  e Francesco Zolfo. Mentre Giovanni Coppola era il corriere e l’intermediario con i rifornitori, ovvero colui che andava a vico Moscardino a prelevare le dosi di sostanza stupefacente da rivendere.Michele Infante invece si occupava del recupero dei crediti dagli acquirenti oltre che dello spaccio. Mentre i pusher erano Pasquale Formicola e Luciana Saracino.






