“Noi che abbiamo visto con i nostri occhi gli orrori inflitti alle tante creature innocenti di Caivano abusate, massacrate, quelle violentate e poi buttate via come stracci, o le altre sventrate dietro il vergognoso muro di omertà eretto da familiari e conoscenti, vi chiediamo in ginocchio di intervenire subito per fermare questo scempio, che è tuttora in atto e continua a mietere vittime nella più totale assenza dello Stato, ora come allora”. Comincia così la lettera aperta che l’avvocato Angelo Pisani, difensore del papà di Fortuna Loffredo, la piccola uccisa a 6 anni al parco Verde di Caivano , ha rivolto a Papa Francesco, al presidente Mattarella al premier Matteo Renzi, fino a tutti i ministri e parlamentari. Che italiani saranno domani “se riusciranno a sopravvivere agli abusi – chiede Pisani nel documento – i bambini violati di oggi, nel Parco Verde o nelle altre discariche di miseria umana in cui la parte opulenta del nostro Paese ha accumulato “gli scarti”? O vogliamo che questi bambini possano essere nostri figli, oggi, e fratelli domani?”. La nostra, spiega, “non è retorica, è orrore, è emergenza pura, è il dovere di andare fino in fondo, è l’obbligo di smuovere i cuori pietrificati, la politica indifferente, l’opinione pubblica scandalista, la parte del Paese sorda e lontana da qui”. Alle istituzioni, in primis Capo dello Stato e premier, Pisani chiede di intervenire con loro rappresentanti all’incontro pubblico che si terrà, per iniziativa congiunta con il Comune di Caivano e con l’associazione Antimafia Caponnetto, il 26 maggio prossimo nel Castello medievale di Caivano. Perché proprio dalle Istituzioni “pretendiamo risposte ed interventi urgenti”. Mentre si dice “fiducioso che Sua Santità sarà idealmente al nostro fianco, anche quel giorno”.
Intanto sara’ la Procura di Napoli Nord a decidere se il corpo di Fortuna Loffredo, la bambina di sei anni violentata e uccisa il 24 giugno 2014 perche’ scaraventata nel vuoto dall’ottavo piano dell’isolato C del parco Verde di Caivano, dovra’ essere riesumato. La richiesta arrivata via media, ma non ancora depositata, e’ dei legali della famiglia di Chicca, Angelo e Sergio Pisani; come anticipato da un quotidiano locale, i due vorrebbero che si approfondissero altri tre aspetti, oltre ai traumi subiti dall’appartenenza scheletrico: se esistono liquidi biologici o tracce di Dna sotto le unghie, e se nel corpo sono presenti tracce di sostanze stupefacenti. Esperti investigatori della scientifica, contatti dall’Agi, ritengono pero’ molto improbabile che a quasi due anni dal decesso possano ancora trovarsi tracce utili alle indagini. Dipende certamente dal grado di decomposizione ma i processi di deterioramento del corpo sono molto accelerati in climi umidi come quello del Napoletano. Anche per Antonio Giglio, l’altro bambino morto in circostanze simili a quelle di Fortuna ma un anno prima, i legali avevano chiesto l’esumazione del cadavere ma per ora il pm della Procura di Napoli che indaga per omicidio non ha ancora disposto alcun accertamento. E’ prossima invece la chiusura delle indagini preliminari per Raimondo Caputo e la compagna Marianna Fabozzi, accusata di favoreggiamento, perche’, secondo gli inquirenti, sapeva degli abusi che l’uomo perpetrava alle sue tre figlie minorenni, adesso in una struttura protetta e supertestimoni dell’indagine sulla morte di Fortuna.