Si scava nelle ultime frequentazioni di Giovanna Arrivoli per cercare di arrivare a una soluzione del suo omicidio. Anche la sua amica e coinquilina che divideva con lei l’appartamento dove abitavano a Melito è stata interrogata a lungo. Amici, parenti, conoscenti. tutto può essere utile alle indagini. Tutti possono dare una mano per spiegare il macabro omicidio della donna uccisa e sotterrata alla periferia di Melito. Qualsiasi indizio può essere utile. Capire se Giovanna avesse avuto minacce negli ultimi tempi, se si era scontrata con qualcuno per fatti di droga. Quello che sembra certo invece è che Giovanna Arrivoli avesse un appuntamento con gli assassini. persone che conosceva e dalle quali non si sarebbe mai aspettata che sarebbero stati  i suoi aguzzini. La 40enne che lavorava come barista nella caffetteria “Blue Moon”.  di Via Lussemburgo, al confine con Scampia e zona di spaccio, aveva appunto precedenti per traffico di droga e per questo che era stata anche arrestata. La pista principale che viene seguita è quella di uno sgarro ai gestori del traffico di droga nella zona, una partita di sostanza stupefacente non pagata o addirittura è probabile che Giovanna facendo da deposito per conto del clan si sia tenuta qualcosa per lei. E quando le hanno chiesto conto di quanto accaduto lei non ha saputo o voluto dare spiegazioni e per questo che è stata uccisa. La vittima tra l’altro era stata fermata con Giovanni Napoleone, ritenuto affiliato degli Amato-Pagano. La secondo ipotesi è quella che porta ad una vendetta traversale. La 41enne era la cognata di Carmine Borrello, ritenuto dagli inquirenti appartenente agli Scissionisti, in carcere da un paio di mesi per evasione dai domiciliari dopo che era stato arrestato per droga. In un clima condizionamento da equilibri in costante mutamento, l’eliminazione di Giovanna potrebbe essere spiegata come un segnale a Borrello da parte dei nuovi reggenti del clan così come giaÌ€ emerso in occasione dell’uccisione di Luigi Di Rupo, il 24enne freddato dai killer lo scorso 5 gennaio all’interno del bar Royal di via Po.
(nella foto Giovanna Arrivoli)