Spari contro la caserma dei carabinieri di Secondigliano: c’è una novità investigativa interessante. Dalle immagini delle telecamere i militari avrebbero riconosciuto dei partecipanti al raid, che secondo l’ipotesi accusatoria sarebbe stato ordinato dal boss della “Vinella”, Umberto Accurso arrestato dieci giorni fa a Qualiano. Una maniera per vendicarsi della decisione del tribunale per i minorenni, poi sospesa in attesa di un giudizio definitivo, di togliere i figli piccoli alla madre per proteggerli da eventuali vendette di camorra visto che il Antonio detto “’o puorco”, è collaboratore di giustizia da un anno e mezzo. Il raid sarebbe stato compiuto grazie a un patto di ferro tra i “Girati” e il gruppo dei Ferone di Casavatore. E dalle immagini si vedrebbero infatti due moto con in sella due della “Vinella” e altrettanti dei Ferone.Ma già dalla notte tra il 23 e il 24 aprile scorso le immagini delle telecamere di video sorveglianza che hanno ripreso la scena con i 27 proiettili esplosi da due kalashnikov che hanno centrato la palazzina e due autovetture private di militari sono al setaccio degli esperti detectives dell’arma. Ogni frame è stato ingrandito e studiato nei minimi particolari. Tutti i dettagli degli abbigliamenti dei quattro e delle moto sono stati utili agli investigatori per risalire alla loro identità. E ora che sembrano avere un volto e un nome la parola passa alla Procura a cui è stato inviato un dettagliato fascicolo investigativo con allegato tutto il lavoro svolto, i filmati, le foto estrapolate, le tecniche di comparazione. Lo Stato non può sbagliare. Tutto deve essere perfetto per far emettere ai magistrati eventuali ordinanze di custodia cautelare. Lo schiaffo dato quella notte alle istituzioni dalle nuove leve della camorra non può passare impunito.