Napoli. “Le donne devono trovare la forza di denunciare, basta poco alla sciagura, ci passa un filo sottilissimo. Basta stare zitte, dobbiamo fare rumore, più degli uomini, è inutile stare in silenzio”: l’appello viene da Carla Caiazzo, la 38enne di Pozzuoli, strangolata e bruciata dall’ex compagno il 1 febbraio scorso. La donna che uscirà tra una settimana dall’ospedale Cardarelli, è stata intervistata da Vincenzo Perone, del Tg3 Campania. Carla sopravvissuta, insieme alla bimba che portava in grembo, sta cercando il coraggio di ricominciare e di essere d’esempio per le donne tartassate dai propri uomini. Racconta il suo incubo: “Tutto iniziò con una foto che postai su Facebook – racconta -. Ero sorridente, ricevetti tantissimi “mi piace” e mi arrivò una chiamata. ‘Sei così felice? Sei così radiosa? Non credo che continuerai a ridere per tanto tempo ancora'”. Carla ricorda i momenti dell’aggressione da parte dell’ex comapgno: “Mentre mi strangolava sono riu-scita a guardarlo negli occhi – prosegue nell’agghiacciante rac-conto -, ma nel suo sguardo non lo riconoscevo, non era lui, era diventato un’altra persona”. Tra una settimana uscirà dall’ospedale, dove è rimasta per quattro mesi, e potrà abbracciare Giulia Pia, la bimba salvata grazie ad un taglio cesareo d’emergenza fatto dopo l’aggressione. “Non vedo l’ora di riabbracciarla – dice Carla Caiazzo -, lei è la mia più grande forza. Le cicatrici più intense le porto dentro e le porterò per sempre, quelle sono incancellabili”. Poi fa un appello alle donne anche alla luce dell’ultimo episodio avvenuto a Roma, in cui è stata uccisa Sara di Pietrantonio, bruciata dal suo ex fidanzato: “Le donne devono trovare la forza di denunciare, basta poco alla sciagura, ci passa un filo sottilissimo, è inutile stare in silenzio”.