Agguato ad Angri: padre e figlio volevano vendicare l’incendio di un automezzo subito da Rosario Rega

 L’incendio di un automezzo avrebbe scatenato la vendetta e quindi la gambizzazione di Rosario Rega e del suo amico Luigi Omar Coppola. È questo il movente che avrebbe armato la mano dell’aspirante killer, Giuseppe Palo, commerciante di autoricambi, 52 anni, angrese. Ha piccoli precedenti penali. È lui l’uomo che i carabinieri della stazione di Angri, coordinati dal maresciallo Alessandro Buscema e i militari del Reparto Territoriale, del capitano Michele Avagnale, stanno cercando da domenica pomeriggio. Fermato, invece, Antonio Roberto Palo, 24 anni, figlio di Giuseppe, accusato di essere il giovane che guidava lo scooterone, 400 di cilindrata, utilizzato dai due assalitori di Rega e Coppola. I due killer che sabato pomeriggio, alle 15,40 hanno raggiunto e ferito i due, avevano il volto coperto da un casco integrale ma le immagini della telecamera della pasticceria “Tutto dolce” avrebbero consentito di individuare colui che impugnando una pistola calibro 9×21 ha inseguito Rosario Rega nel bar. Per gli inquirenti è Giuseppe Palo. A supportare la tesi, sono intervenute dopo una serie di “non so e non ricordo” le dichiarazioni di Rega e Coppola, i due feriti ai quali i carabinieri hanno mostrato i fotogrammi della telecamera. I dissidi tra i Palo e Rega sarebbero scaturiti da un incendio di un automezzo avvenuto qualche tempo fa e che sarebbe stato già al centro di un diverbio tra Palo e Rega. Fatto sta che già sabato pomeriggio, Antonio Roberto Palo, è stato convocato alla caserma dei carabinieri di Angri. I militari gli hanno chiesto notizie del padre. Ma Giuseppe Paolo era fuori e il ragazzo non ha fornito spiegazioni in merito. Poi sono scattate le perquisizioni presso l’abitazione della famiglia alla ricerca della moto e della pistola. Nel corso degli accertamenti, i militari hanno sequestrato un paio di scarpette tipo Adidas, simili a quelle che indossava l’uomo che guidava lo scooter. Il giovane – assistito dagli avvocati Michele Avino e Luigi Calabrese – pare abbia negato ogni coinvolgimento nella vicenda, ha sostenuto di non aver avuto nessun automezzo incendiato. La famiglia Palo gestisce, in una traversa di via Nazionale, un’officina di autoricambi per auto e camion, ma nessuna denuncia per automezzi bruciati è stata mai presentata. Rosario Rega ha riferito agli inquirenti di aver riconosciuto il giovane sulla moto, prima fa il nome di un tale Carlo, poi sostiene che è Antonio. Ma i due feriti sono sicuri che a volerli morti, o comunque a aver organizzato la spedizione punitiva è stato “Peppe”, l’uomo che è attualmente irrintracciabile. Nei suoi confronti pende un fermo per indiziato di delitto emesso dal sostituto procuratore Daria Mafalda Cioncada della Procura di Nocera Inferiore: le accuse contestate sono tentato omicidio, porto e detenzione di armi e spari in luogo pubblico. I Palo abitano a poche centinaia di metri da via Madonna delle Grazie, luogo dove è avvenuto il ferimento. Stamane, Antonio Roberto Paolo sarà interrogato nel carcere di Fuorni dal Gip Luigi Levita del Tribunale di Nocera Inferiore. Il 24enne ha sostenuto di essere estraneo alla vicenda, fin dall’inizio, tanto da essersi recato più volte in caserma sia sabato pomeriggio che domenica quando poi è stato formalizzato il suo fermo. Intanto i militari del Reparto Territoriale continuano le indagini per verificare e incrociare i dati emersi fino ad ora dalle indagini e il possibile movente che ha spinto il killer a tentare di uccidere Rosario Rega. Luigi “Omar” Coppola forse è stato punito per il solo fatto di essere in compagnia con il pregiudicato angrese. (r.f.)


Articolo precedenteProcida, la Guardia Costiera salva sei americani a bordo di un catamarano
Articolo successivoSalerno, fallimento della Ifil: chiesto il rinvio a giudizio per il figlio di De Luca e altri sette