Gia’ arrestato per corruzione nel 2007, ma rimasto comunque in servizio operativo a Castello di Cistrena fino al 2013, Giuseppe Iannini, 49 anni, per il gip di Napoli, Isabella Iaselli, aveva una “personalita’ forte, arrogante con la criminalita’ da strada, ma accondiscendente, disponibile e persino corruttibile con la criminalita’ di livello superiore”. Il militare dell’Arma era sospeso dal servizio e, da settembre 2013, mandato a Napoli non in ruoli operativi proprio per le vicende giudiziarie che lo vedevano destinatario di una misura cautelare per corruzione, 9 anni fa, insieme all’ex sindaco di Orta di Atella, Angelo Brancaccio, “sa bene come difendere la sua posizione di prestigio con arresti”, scrive il gip, e per questo rimane a lungo al suo posto. Un posto nel quale puo’ svelare atti coperti da segreto istruttorio a personalita’ che ne potrebbero trarre vantaggio. Cosi’ come accade nel caso di Nicola Cosentino. La pen drive nera con la dicitura ‘record’ da 2G, sequestrata ad aprile 2014 all’ex sottosegretario alla Giustizia, contiene tre documenti in formato word denominati ‘CNR Puca-Cesaro’; c’e’ l’informativa del gruppo di Castello di Cisterna sui legami tra la Cosca del Napoletano e parlamentari di Forza Italia; e’ datata 14 gennaio 2013 e 9 documenti word, note investigative dal 13 marzo al 4 aprile 2012, un traffico internazionale di stupefacenti del clan Puca. Â Cosentino, al momento del sequestro di quella pen drive e’ sotto processo sia per concorso esterno alla camorra (Eco4), sia per il reimpiego di denaro sporco (il principe e la ballerina); l’informativa del gennaio 2013 conteneva anche annotazioni su di lui come referente politico dei Casalesi. Un documento che l’esponente politico visualizza sul suo computer il 19 dicembre di quell’anno, per il gip la data dalla quale si consuma il reato. E, tra quei documenti, c’e’ anche il falso verbale del pentito Tommaso Prestieri, quello con notizie false su Cesaro e Berlusconi che Cosentino ha stampato il 10 dicembre 2013. In particolare, la documentazione, che ripercorre le intese tra il Puca e i Casalesi “altalenanti tra contrasto e cooperazione, contiene il verbale delle dichiarazioni del pentito Raffaele Tixon, del 18 gennaio 2012, dove sono evidenziati, in rosso, passaggi. Le informazioni passate da Iannini sono evidentemente “vantaggiose per i clan” e vengono, scrive il gip, “messe a disposizione di chi puo’ fare un uso oculato di queste, ovvero Cosentino, referente politico dei Casalesi” a cui il maresciallo e’ stato presentato da un intermediario.
 Secondo la Procura di Napoli avrebbe ricevuto dal maresciallo dell’Arma atti coperti da segreto riguardanti presunti rapporti tra la camorra e l’ex presidente della Provincia di Napoli Luigi Cesaro. Al maresciallo dei carabinieri viene contestato il reato di rivelazione e utilizzazione di segreti d’ufficio, aggravato dal metodo mafioso. Informazioni riservate su indagini anticamorra rivelate da un maresciallo dell’Arma, dossier “farlocchi” e le famosi “chiavi della Reggia di Caserta”, che non servivano però ad accedere al Parco Reale, erano fra il materiale che i Carabinieri ritrovarono nella perquisizione effettuata a casa di Nicola Cosentino, a Caserta, in via Giannone, nell’aprile del 2014, dopo il blitz che portò in cella l’ex sottosegretario per reati relativi alla gestione dell’azienda di famiglia. Alcune di queste circostanze erano già emerse nel processo “Eco4”, che vede imputato al Tribunale di Santa Maria Capua Vetere (Caserta) Cosentino per concorso esterno in camorra, in quanto ritenuto referente politico dei Casalesi; il processo dovrebbe concludersi ad ottobre. Il 14 gennaio di quest’anno, durante una delle udienze riservate all’esame di Cosentino, oltre al pm della Dda Alessandro Milita, pubblica accusa nel processo all’ex sottosegretario, era presente anche l’altro sostituto anticamorra Fabrizio Vanorio, titolare dell’accusa in altri due processi a Cosentino, che pose numerose domande proprio sul materiale rinvenuto durante la perquisizione. Emerse così la figura di un sedicente agente dei servizi segreti, che avrebbe rifilato all’ex politico i dossier, poi ritrovati a casa di Cosentino, durante un incontro avvenuto nel febbraio 2013. “Fu Giovanni Cristiano che, venni a sapere, lavorava come radiologo all’ospedale di Caserta – raccontò Cosentino in aula – a presentarmi questo sedicente agente dei servizi (mai identificato, ndr) che mi rifilò anche i verbali del pentito Tommaso Prestieri, in cui si parlava di me, Berlusconi, Luigi Cesaro e Sergio De Gregorio. Ma io capii subito che era un pacco”. Durante l’incontro tra la presunta spia e Cosentino, il primo prospettò all’ex politico anche la possibilità , dietro il pagamento di una somma di danaro, di costituirsi in una struttura sanitaria invece che in un penitenziario, ma Cosentino non accettò e un mese dopo, era il marzo 2013, subito dopo l’insediamento del nuovo Parlamento, andò a costituirsi nel carcere di Secondigliano. Sulle chiavi della Reggia, lo stesso Vanorio spiegò che “quelle chiavi, così come dimostrato da un sopralluogo dei carabinieri, non servivano ad accedere dall’esterno nel Parco Reale della Reggia di Caserta, ma aprivano un cancello interno del parco da cui si poteva accedere ai locali della prefettura di Caserta e di qui agli uffici”. Le chiavi vennero consegnate a Cosentino dall’ex prefetto di Caserta Ezio Monaco.
Un archivio costituito da atti di inchieste giudiziarie e un carteggio in cui vi sarebbero anche riferimenti a esponenti delle istituzioni. E’ quanto sequestrato, secondo indiscrezioni, dai carabinieri di Caserta durante la perquisizione di un appartamento a Orta di Atella, nel Casertano, nella disponibilità del maresciallo dell’Arma Giuseppe Iannini, arrestato oggi nell’ambito di una indagine della Dda sulla consegna di atti coperti dal segreto all’ex parlamentare del Pdl Nicola Cosentino. Il materiale è ora al vaglio degli investigatori, coordinati dai pm della Dda di NAPOLI Fabrizio Vanorio e Alessandro D’Alessio e dal procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli. In particolare il lavoro degli inquirenti mirerebbe ad accertare anche l’esistenza di una attività di dossieraggio.