Così come avvenne per il duplice omicidio degli Esposito a Marano e per l’omicidio di Raffaele “Ultimo” Cepparulo anche questa volta c’è stato il macabro rituale dei fuochi d’artificio per “festeggiare” il compimento dell’agguato in cui sono morti  la vittima designata, il boss del Cavone, Salvatore Esposito insieme con Ciro Marfè mentre Pasquale Amodio è rimasto ferito. “Hanno esploso i fuochi di artificio in piazza Mazzini dopo la sparatoria nel vicolo”, hanno raccontato ai giornalisti accorsi sul posto alcune donne affacciate ai balconi sui vicoli adiacenti al luogo dell’omicidio. Gli investigatori stanno ricostruendo attraverso le testimonianze e le immagini delle telecamere pubbliche e private della zona cosa è accaduto. Intanto bisogna capire il commando da quante persone era composto. Sicuramente da quattro o forse sei e almeno in due hanno fatto fuoco visto che sono stati recuperati oltre trenta bossoli. I sicari avvertiti da qualcuno che ha fatto “la filata” sono entrati in azione subito dopo che il summit di camorra era finito. E per i tre non c’è stato scampo. Alcuni abitanti della zona dialogando con i cronisti hanno spiegato: “La chiamano curva della morte ed è anche pericolosa quando la si percorre ad alta velocità , chi viene preso di faccia dopo questa curva, non ha scampo perché è troppo stretta e non riesce a fuggire via”. E così è stato.
(nella foto da sinistra il boss Salvatore Esposito, Ciro Marfè e Pasquale Amodio)