Napoli, sparatoria in piazza San Gaetano, la risposta degli Esposito al clan Lepre

Spari in piazza San Gaetano, nel cuore dei Decumani. Un avvertimento a suon di 7,65, un’azione da Far West per intimidire, probabilmente, alcune famiglie legate al clan Lepre del Cavone, trasferitesi dopo la cacciata da Piazza Dante da parte del boss Salvatore Esposito, capo del quartiere, ucciso giovedì pomeriggio dopo il summit al vico delle Nocelle a Materdei. Sei colpi esplosi in aria alle 23 di sera, quando nei Decumani c’erano ancora molti turisti e residenti. Gli inquirenti avevano ipotizzato che l’azione di forza fosse stata orchestrata dagli uomini del clan Sibillo, per spaventare i commercianti e i residenti e imporre il predominio. Un’ipotesi accantonata presto. Secondo gli inquirenti, la minaccia era rivolta alle famiglie dei Lepre del Cavone. Un’azione dimostrativa dopo il duplice omicidio dopo l’uccisione di Ciro Marfè, ritenuto vicino al clan Contini del Buvero, e Salvatore Esposito, il boss del Cavone inviso ai suoi, tradito nel corso di un summit a vico  delle Nocelle. Secondo gli inquirenti, la morte di Marfè e Esposito potrebbe essere stata organizzata proprio dal clan Lepre che poi ha organizzato una festa a suon di fuochi d’artificio, in Piazza Mazzini, per ‘celebrare’ la morte dei rivali. Gli spari in piazza San Gaetano sono arrivati a poche ore dai funerali di Marfè e Esposito, celebrati in forma privata, dopo il divieto – per ordine pubblico – dei funerali da parte del Prefetto. Il duplice omicidio dei giorni scorsi, con il ferimento di Pasquale Amodio – referente del clan Sequino del Rione Sanità – è al centro delle indagini di polizia e carabinieri per capire anche l’evoluzione criminale dei gruppi che cercano di farsi largo nel Centro storico di Napoli. L’agguato, organizzato nei minimi dettagli in vico delle Nocelle, ha visto il coinvolgimento di un nutrito gruppo di persone. I sicari sono saliti in controsenso e poi sono scappati in direzione Secondigliano. Hanno atteso le vittime alla fine del vico, davanti a delle scale dove i motorini delle vittime dovevano rallentare. Intanto, qualcuno dalla parte superiore di Vico Nocelle aveva bloccato il passaggio delle auto, per evitare intralci nel corso dell’esecuzione.


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