Politica & Camorra a Scafati, Lupo confessa alla Dda: “Aliberti incontrò Ridosso e ottenne i voti dalla famiglia”

Patto tra politica e camorra? Sì, certo. Non può che confermare gli episodi raccontati dal pentito Alfonso Loreto, Raffaele Lupo, ex consigliere comunale e provinciale, imprenditore ortofrutticolo e indagato per voto di scambio nell’inchiesta della Dda salernitana che coinvolge il sindaco Pasquale Aliberti. Lello Lupo è stato uno degli artefici dei legami tra il clan Ridosso-Loreto e il primo cittadino – secondo la Procura antimafia – e dopo due interrogatori, l’ex politico cede e racconta tutto. Lo fa in un interrogatorio avvenuto il 25 maggio scorso, davanti agli uomini della Dia di Salerno, che gli contestano una serie di episodi. «È vero, nel periodo precedente alle elezioni del 2013 ho partecipato a un incontro tra il sindaco Aliberti e Andrea Ridosso – dice Lupo – Andrea Ridosso mi aveva chiesto un incontro col sindaco perché voleva candidarsi. Non escludo che l’incontro sia avvenuto nell’abitazione di Aliberti. Il sindaco si mostrò molto interessato alla candidatura, ma disse che non era il caso che si candidasse perché, pur essendo un ragazzo pulito, aveva un cognome pesante e quindi era facilmente riconducibile alla criminalità organizzata». Ma Aliberti – secondo Lupo – pur avendo la consapevolezza di accettare l’appoggio di una famiglia dal cognome “pesante” chiese ai due di aggirare l’ostacolo: «Aliberti accettò il sostegno di Andrea Ridosso e della sua famiglia ma gli disse che doveva trovarsi un altro candidato, per questo fu indicato il nome di Roberto Barchiesi, candidato in lista insieme a Di Lallo Umberto, poi deceduto», ha riferito Lupo. Il commerciante rivela poi, che la scelta di candidare Barchiesi nella lista Grande Scafati gli fu comunicata mentre era agli arresti domiciliari da Di Lallo. Ma Lupo rivela anche che ci fu un altro incontro tra gli Aliberti e i Ridosso, davanti a un bar: «Parlammo dell’andamento della campagna elettorale e io dissi al sindaco che Barchiesi stava andando molto bene, Aliberti era contento e mi espresse il suo compiacimento». Non ha dubbi Lupo che rincara la dose e conferma il patto elettorale. «Ad Aliberti interessava poco la candidatura di tizio o caio, era piuttosto attratto dalla possibilità di ricevere voti della famiglia Ridosso, ma voleva essere tranquillo che non sarebbe stato attaccato politicamente dalla stampa». Mantenere le apparenze con un nome pulito, questo il diktat di quelle elezioni che consentirono a Barchiesi di entrare in consiglio comunale e al gruppo Ridosso-Loreto di “esigere” il credito pattuito in campagna elettorale: quello di ottenere lavori e appalti. Lupo conferma le dichiarazioni di Loreto e parte delle sue dichiarazioni sono ancora coperte dal segreto. Conferma il patto scellerato di quegli incontri che hanno rinsaldato i legami con il gruppo criminale. Nel corso delle indagini, i contatti tra Lupo e gli Aliberti, sia con il sindaco che con il fratello, Nello Maurizio, sono stati avvalorati dall’esame dei tabulati telefonici. Contatti durati fino ad aprile scorso, poco prima che il nome di Lupo tornasse prepotentemente alla ribalta nell’inchiesta per lo scambio di voto. A quel punto l’ex consigliere era bruciato. (r. f.)

(nella foto il municipio diScafati e nei riquadri il sindaco Pasquale Aliberti e l’ex consigliere comunale e provinciale Lello Lupo)


Articolo precedentePizzo al cimitero di Casalnuovo, convalidato l’arresto del boss Gallucci e dei suoi due complici
Articolo successivoNapoli, scoperte le nuove rotte del contrabbando di sigarette: 2 arrestti e 9 tonnellate di bionde sequestrate