Stupro di gruppo a San Valentino, uno del branco scrive una lettera di scuse alla ragazzina

“Ti chiedo scusa e perdono, anche la mia famiglia è vicina al tuo dolore”: il giovane del branco scrive alla sua vittima, una breve lettera compilata di suo pugno e indirizzata alla ragazzina che ha violentato in quel garage di San Valentino la sera del 24 giugno scorso. Il giovane è ai domiciliari su decisione del Riesame. Pochi giorni dopo aver lasciato il carcere di Airola, il ragazzo ha scritto alla 14enne di Sarno violentata chiedendole perdono. Lui – difeso dall’avvocato Cosimo Vastola – fin dai momenti successivi al gravissimo episodio aveva mostrato compassione per la ragazzina: l’aveva aiutata ad uscire da quel garage accompagnandola nei pressi della villa. Quel pentimento è stato trasfuso in una lettera nella quale, col sostegno dei genitori, si mette a disposizione anche per un risarcimento economico. «È un atto di coraggio – ha commentato la mamma della ragazzina violentata – ed è da apprezzare. Ha scritto una lettera indirizzata direttamente a mia figlia ed è stato l’unico fino a questo momento a chiedere quanto meno scusa per quello che le hanno fatto». La donna – madre di sei figli – cerca ora di affrontare il futuro e creare le condizioni affinché la sua figlia maggiore, oggi 15enne, vittima della violenza di cinque ragazzi minorenni che l’hanno tenuta segregata per oltre un’ora in un garage, superi quell’episodio e ritorni a vivere normalmente. «Purtroppo in questi giorni siamo alle prese con un’altra emergenza – dice la donna – un’emergenza che dura da molto tempo. Viviamo in una casa con due stanze e i servizi, in un basso, e siamo in otto. Fra poco saremo in nove e fino ad ora ancora non si sono concretizzate le promesse fatte subito dopo la tragedia di mia figlia di assegnarci temporaneamente un appartamento decente». Il Comune e il sindaco Giuseppe Canfora si erano fatti portavoce delle istanze della famiglia presso la Caritas che ha a disposizione a Sarno alcuni appartamenti da destinare a famiglie bisognose. Pare che per problemi burocratici questa possibilità non si è ancora concretizzata. «Ci avevano promesso che in questi giorni ci avrebbero dato le chiavi dell’ appartamento – dice la donna – ma al momento non abbiamo notizie. Certo il Comune si è messo a disposizione per inserire i bambini più piccoli nella colonia estiva. Ma ora, in attesa che nasca il bambino che aspetto, l’esigenza di una casa diventa una priorità». «La signora è assegnataria di un alloggio popolare – dice l’avvocato Alessandro Laudisio che sta seguendo la famiglia e la ragazzina vittima degli abusi – gli alloggi, però, non sono stati ancora realizzati e dunque è in lista di attesa». Un’attesa che costringe la donna col compagno e i sei figli, l’ultimo nascerà tra pochi giorni, a vivere in 50 mq. (r.f.)


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