Con la morte sopraggiunta in mattinata di Vittorio Vastarello dopo due giorni di encefalogrammo piatto è aumentata ancora di più la tesione nei vicoli della Sanità e in tutto il centro storico di Napoli. I clan e in particolare la famiglia Vastarella e loro alleati storici e parenti come i Tolomelli hanno giurato vendetta e gli investigatori sono in stato di allerta. Si temono ripercussioni immediate anche in altre zone della città come a Forcella, al Vasto, a Materdei-Cavone e Capodimonte. Il guanto di sfida è stato lanciato, eccome, ed anche in maniera eclatante. E’ una polveriera la Sanità. Lo sanno bene gli investigatori. Lo sanno bene alla Dda di Napoli che stanno raccogliendo da qualche mese le dichiarazioni di tre pentiti eccellenti: i due fratelli Mario e Carlo Lo Russo e Claudio Esposito zio della moglie di Antonio Lo Russo, il figlio di Salvatore, uno degli irriducibili della cosca dei “capitoni” di Miano che per anni hanno avuto la longa manus alla Sanità. Tre pentiti che stanno riempiendo pagine di verbali, mai come in questo periodo al centro di informative di polizia giudiziaria destinate ad affondare lame di luce sui torbidi del malaffare cittadino. Sono loro a parlare di quanto avvenuto nell’ultimo anno nel cuore cittadino. Dall’omicidio del 17enne Genny Cesarano, alle decine di agguati che hanno costellato la cronaca negli ultimi dodici mesi. I tre pentiti stanno snocciolando nomi e cifre del lucroso business della droga, ma non solo. C’è dell’altro in quello spaccato metropolitano conteso dalla fine degli anni Settanta da schieramenti diversi: il racket delle forniture e dei servizi negli ospedali del posto, le mense scolastiche, il mercato del falso. Tutto al centro di una guerra che rischia di coinvolgere anche altri sistemi criminali, come quello di Forcella e di Secondigliano, da sempre coinvolti nell’effetto domino dei morti ammazzati. I tre pentiti stanno facendo nomi, raccontando retroscena di patti e alleanze, equilibri e faide che di tanto in tanto esplodono per la conquista del proprio spazio di autonomia criminale e che potrebbero anche dare una chiave di lettura all’agguato in cui è rimasto vittima Vittorio Vastarello.