Processo al boss per la pensione di invalidità, il perito: “Giuseppe Gallo non è pazzo può essere processato”

Torre Annunziata. Ha incassato la pensione di invalidità per cinque anni ma non era pazzo. Il dottor Vincenzo Rio, teste d’accusa nel processo contro Giuseppe Gallo, spiega ai giudici gli esiti della sua perizia, avallando le accuse della Procura. Il teste ha spiegato di aver visitato il detenuto, boss del clan Limelli-Vangone, nel carcere di Ascoli Piceno, 5 anni fa, e non manifestava alcun sintomo che aveva spinto i medici dell’Asl a riconoscergli una pensione di invalidità civile del 100% con relativo accompagnamento. Un rateo di 747 euro al mese per il quale il boss è accusato di truffa aggravata ai danni dello stato con l’aggravante dell’articolo 7. Un’invalidità che gli ha permesso di congelare tutti i processi a suo carico. “L a sua patologia – ha detto Rio – esiste ma è intorno al 35% quindi può partecipare ai processi e può stare in carcere. Ma soprattutto non ha diritto a nessuna pensione”. Secondo il perito, Gallo ha evidenti disturbi della personalità ma non una grave forma di scizofrenia come quella che gli era stata diagnosticata.Di contrario avviso, invece, lo psicologo della difesa, Alessandro Meluzzi che interrogato dall’avvocato Nando Striano, difensore di Gallo, aveva ribadito l’incapacità processuale dell’imputato attestata nel corso di sei visite tra le carceri di Parma e Cuneo, dove il boss è detenuto in regime di 41 bis. Anche secondo i giudici del tribunale di Torre, Peppe Gallo, può essere processato è affetto da un disturbo della personalità aggravato dal carcere: “Dà risposte bizzarre ma può stare sotto processo. la sua è una sindrome da detenzione prolungata”.


Articolo precedenteNapoli, il sindaco De Magistris: “Dopo l’omicidio di Genny il popolo del rione Sanità si è mosso”
Articolo successivoPiano di Sorrento, uccise e sciolse il fratello nella soda caustica: ora Salvatore Amuro punta allo sconto di pena