Salerno. Un telefono cellulare, una scheda sim e un cavetto per ricaricare: tutto nascosto negli slip di un detenuto del carcere di Fuorni. Un scoperta tempestiva quella degli agenti della polizia penitenziaria che – nonostante la carenza di personale e le mille difficoltà – sono riusciti ieri a impedire che l’uomo – un pregiudicato dell’hinterland napoletano – portasse il telefono cellulare in cella. A renderlo noto, Lorenzo Longobardo, segretario provinciale Uil Pa, il sindacato della polizia penitenziaria. Ieri mattina, il detenuto ha avuto un colloquio con l’anziana madre. Sembrava agitato e per tutto il tempo è stato osservato dagli agenti della penitenziaria di sorveglianza alla sala colloqui. All’uscita, l’uomo è stato controllato. Ha fatto resistenza, ha accampato mille scuse. Poi, ha mollato. Il metal detector ha dato la certezza che nelle parti intime nascondeva qualcosa. E’ stato perquisito e quando si è spogliato è spuntato il telefonino, nascosto negli slip. A quel punto, il detenuto ha cercato di spiegare che quel cellulare ce l’aveva da due giorni, consegnatogli da un compagno di cella, per proteggere la madre. Ma gli agenti hanno ricostruito l’episodio. La donna è riuscita a far passare l’apparecchio telefonico ai controlli alla porta, forse anche lei nascondendo il cellulare nelle parti intime, una volta arrivata nella sala colloqui è andata in bagno passando così il telefono al figlio. Operazione non riuscita, questa volta per l’attenzione degli agenti di sorveglianza che si sono insospettiti dal nervosismo del detenuto.