Traffico di droga nel centro di Napoli i baby boss di Forcella chiedono lo sconto di pena

Hanno scelto di essere processati con il rito abbreviato per un processo sprint ed ottenere uno sconto di pena, per evitare condanne pesanti. Lo hanno fatto tutti i venti imputati del secondo troncone del blitz “Forcella Liberata” appartenenti al cartello di famiglie malavitose dei Sibillo-Giuliano-Amarante e Brunetti. Il gruppo fu decapitato nel maggio scorso con l’operazione “Car Wash” e come ricorda Il Roma le indagini dei poliziotti della “Narcotici” della squadra mobile della questura, coordinate dalla Dda di Napoli, alla basedell’inchiesta aveva scoperto un fiorente traffico di droga gestito dal gruppo Sibillo in particolare nella zona compresa tra via Atri, piazza San Gaetano, via San Gregorio Armeno e via Duomo. E aveva instaurato un asse di ca- morra tra Forcella, i Decumani e il Vasto-Arenaccia, in accordo con i Contini, entrato in contrasto con i Mazzarella.

Tra i capi c’erano Vincenzo Sibillo (padre di Pasquale ed Emanuele), Antonio Esposito detto “Tonino ’o mostro”, Salvatore e Francesco Frenna e i Riccio, un’intera famiglia finita nel mirino degli investigatori: Gennaro Riccio, la moglie Anna D’Avolio e i loro figli Alessandro e Ilario. Tra gli imputati figura anche Daniele Napolitano  fratello di Antonio detto “’o nannone”, uno dei giovani della “paranza dei bimbi” più vicino ai fratelli Sibillo.

Sono tre le donne coinvolte nell’inchiesta, mogli di ras della droga anch’essi destinatari del provvedimento restrittivo: Antonella Di Battista (nella foto) (compagna di Antonio Esposito), Anna D’Avolio (coniuge di Gennaro Riccio) e Veronica Raia (convivente di Francesco Frenna). Tutte avrebbero partecipato al narcotraffico in vari modi: portando “imbasciate”, inviando sms, eludendo il controllo delle forze dell’ordine.

CEDOLA Salvatore Napoli il 14.01.1977