Uccise un parente per 300 euro e ora ha chiesto perdono sperando nella clemenza dei giudici e per vedersi alleviata in Appello la condanna a 16 anni di carcere rimediata in primo grado. Ma quel pentimento è stato giudicato “tardivo” ed è arrivata la conferma della condanna per lo stabiese Pasquale Rubicondo, appartenente a una nota famiglia di commercianti di Castellammare che la sera del 19 novembre del 2013 uccise l’altrettanto noto gommista Luigi Beliviso,
“Chiedo perdono ai familiari, da quella sera ci penso tutti i giorni a quello che successe il 19 novembre 2013, non lo volevo ammazzare”. Cosi Pasquale Rubicondo ha cercato di ottenere una riduzione della pena. Ma il Procuratore Generale, invece, ha chiesto la conferma del verdetto di primo grado sottolineando come già quello fosse stato mite rispetto alla gravità dei fatti. Spiegando: “Solo ora che è al processo di secondo grado ci sono parole di pentimento, fino ad ora neanche un telegramma alla famiglia della vittima con cui c’era anche un rapporto di parentela: la moglie di Belviso era cugina di Rubicondo”.
Pasquale Rubicondo e Luigi Belviso ebbero una lunga e violenta discussione iniziata qualche ora prima della tragica fine. L’assassino era debitore di 300 euro nei confronti della moglie di Belviso per una prestazione di badante a favore della madre.Rubicondo tornò a casa, prese la pistola, la caricò e riscese in strada alla ricerca di Belviso e del figlio Francesco, che lo avevano pestato a sangue. Si incrociarono in via Virgilio, una nuova discussione e partirono i colpi: Belviso nel tentativo di salvare il figlio rimase ucciso.A fine novembre la sentenza d’Appello.
(nella foto pasquale rubicondo)