Denunciano operazioni poco limpide, dietro la vendita dei cosiddetti submutui e si appellano a tutte le istituzioni, dal presidente della Repubblica agli apparati di polizia giudiziaria, per ottenere chiarezza e trasparenza. È il nucleo di un esposto presentato dalla «Confedercontribuenti», un’associazione di impresa che punta l’indice contro la gestione del Cis di Nola. Una dozzina di pagine per segnalare presunte anomalie nella gestione dei finanziamenti e dei mutui accordati alle imprese da un pool di banche, ma anche segnalare eventuali lacune nelle procedure giudiziarie culminate nel fallimento di 29 aziende. Una denuncia, quella di Confedercontribuenti, che sarà ufficializzata nel corso di una conferenza stampa dal titolo suggestivo: “Cis di Nola, l’ora della verità”, con riferimenti a non meglio precisati poteri forti e all’economia meridionale strangolata dal cartello di banche. Appuntamento al centro congressi Tiempo, Centro direzionale, alle 10.30. Secondo la denuncia, come ricorda Il Mattino, dal 2011, si sono verificati fallimenti di circa 25 aziende presenti al Cis (poco meno del 10% del totale) decretati da un organo terzo, quale un Tribunale. Alla base c’è la crisi del commercio all’ingrosso a Napoli e la sfavorevole congiuntura economica internazionale e non sono imputabili, esclusivamente, alle temporanee difficoltà del Cis spa. Stando alle accuse firmate da Confedercontribuenti, sotto accusa ci sono i submutui contratti nel 2005 per far ottenere da un pool di banche un megafinanziamento di 300milioni di euro e rivitalizzare l’andamento economico delle aziende interne. Non tutte le aziende sono riuscite ad onorare il canone mensile e sono state espunte dal principale centro all’ingrosso europeo, dopo il crac decretato dalla sezione fallimentare del Tribunale di Napoli. Un punto sul quale, promette battaglia Carmelo Finocchiaro, presidente della Confedercontribuenti, che sostiene di essere stato ascoltato sul punto dalla Guardia di Finanza di Nola. Ci sono dunque accertamenti in corso, che tengono però in considerazione anche gli sforzi fatti negli ultimi anni da Cis e Interporto, per ristrutturare il debito in questi anni e valorizzare gli sforzi delle imprese capaci di stare al passo con il nuovo scenario economico. Nessun commento rispetto alle accuse dell’organo sindacale da parte dei vertici del Cis di Nola-Interporto Campano, anche se viene messa a fuoco la strada che si sta percorrendo in questo periodo: esiste un accordo tra Cis e banche finanziatrici per la rimodulazione del debito, giunto ora alla fase della richiesta di Omologa, per la quale si attende la decisione del Tribunale di Nola. Un accordo che punta a restituire certezze agli operatori del Cis interporto, ma anche garantire alle aziende che hanno rispettato i loro impegni di riscattare gli immobili all’interno dei quali svolgono le loro attività, con il consenso delle banche a loro volta tenute a liberare le ipoteche.