Salerno, omicidio Stellato parla il boss Villacaro: “I pentiti mi hanno accusato per ottenere benefici”

“Non posso confessare un reato che non ho commesso: non lo farò mai, nemmeno sotto tortura”, cosi il boss di Salerno, Vincenzo Villacaro, ha cercato di spiegare anche con insistenza e determinazione ieri ai giudici della Corte d’assise d’appello del tribunale di Salerno Vincenzo Villacaro che lui con il delitto di Donato Stellato non c’entra nulla. Il 34 enne capo cosca di Salerno, condannato all’ergastolo in primo grado, ha voluto rendere dichiarazioni spontanee. che hanno causato non pochi battibecchi con il presidente Claudio Tringali. Il boss infatti si è scagliato contro i pentit che lo accusamo e in primo luogo il suo ex amico fraterno Salvini “animato nei miei confronti da un sentimento di astio perché non ha più ricevuto da me alcun contributo economico”. E poi a Ciro De Simone: “che ha sempre cambiato versione, contraddicendosi tutte le volte”.E infine la sua difesa: “Contro di me ha affermato Villacaro ci sono solo voci: nessuno mi ha visto su quel motorino con la pistola in mano. L’arma del delitto non è mai stata trovata, neppure nel burrone dove aveva invece affermato De Simone. I pentiti, accusandomi, hanno ottenuto dei grossi benefici, ed io pago per colpe mai commesse. Nonostante il sentimento di amicizia che mi lega a D’Andrea, non può interessarmi della sua condanna: questo è il mio processo, non il suo”. Villacaro, infine, ha pregato la corte di disporre ulteriori accertamenti: tutte richieste già fatte dalla difesa rappresentata dagli avvocati Massimo Torre ed Emiliano Torre. I giudici, però, dopo essersi ritirati in camera di consiglio hanno rigettato. L’udienza è stata rinviata al prossimo 8 novembre quando cominceranno le arringhe della difesa. Il procuratore generale Antonella Giannelli, al termine della sua requisitoria, ha già chiesto la conferma della sentenza di primo grado per tutti gli imputati: ergastolo per Vincenzo Villacaro accusato dell’omicidio di Donato Stellato; 18 anni di reclusione per Ivan Del Giusto accusato di associazione camorristica e associazione finalizzata allo spaccio; 12 anni per Salvatore Nigro accusato di associazione camorristica e 9 anni per Giovanni Zullo.


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