Tutto come previsto o quasi: sei ergastoli e 60 anni di carcere per i boss e killer dei clan Birra Iacomino e dei loro alleati Lo Russo “Capitoni” di Miano” per quattro omicidi compiuti nella cruenta faida di Ercolano contro i nemici degli Ascione-Papale. Il pm aveva chiesto 6 condanne di fine pena mai , tutte accolte dal Tribunale e 72 anni di carcere per gli affiliati ai due clan. Unico assolto Felice Saccone. Al massimo della pena sono stati condannati Giovanni Birra, Stefano e Giacomo Zeno di Ercolano e tre dei killer “prestati” dai “Capitoni” di Miano ai loro alleati ercolanesi per compiere gli omicidi. Si tratta di Raffaele Perfetto, Carlo Serrano e Vincenzo Bonavolontà. A 12 anni invece sono stati condannati l’altro boss ercolanese Antonio Birra, fratello del sanguinario Giovanni e da tre mesi collaboratore di giustizia, e gli altri quattro pentiti che hanno consentito smascherare gli autori e i mandanti degli omicidi: Ciro Savino, Giovanni Savino, Giuseppe Savino e Gerardo Sannino .
Gli omicidi di cui sono accusati sono quelli di Raffaele Di Grazia, Lucio Di Giovanni, Giuseppe Borrelli e Giuliano Cioffi. Tutti agguati riconducibili alla faida tra i Birra-Iacomino e Ascione-Papale: Raffaele Di Grazia e il cognato Lucio Di Giovanni furono massacrati in via Venuti il 6 febbraio 2000 a pochi passi dalla caserma dei carabinieri di Ercolano, dove Di Giovanni era andato a firmare nel registro dei sorvegliati speciali. A uccidere i due cognati sarebbe stato un commando di fuoco composto da due uomini del clan Lo Russo di Miano.
L’omicidio di Giuliano Cioffi, invece fu messo a segno in “trasferta” sempre dagli uomini dei Lo Russo. La vittima che era il cognato di Raffaele Ascione, ex capoclan morto in carcere nel 2004, fu trucidata a Quarto il nove settembre del 2001. Gli assassini fecero irruzione con maschere di carnevale al volto a villa L’ Etoile, nel bel mezzo di una bisca clandestina, dove l’uomo stava giocando a “zicchinetto”.
Giuseppe Borrelli, infine, fu trucidato dagli uomini del clan della Cuperella il 30 agosto del 1997, a pochi metri della centralissima piazza Trieste. L’uomo fu raggiunto dai suoi sicari mentre era in sella al suo motociclo Gilera, nei pressi della chiesa del Rosario. I killer lo avvicinarono e gli esplosero contro nove colpi di pistola al volto e alla schiena.