Tale padre- tale figlio. E così anche Antonio Lo Russo, figlio di Salvatore dei “Capitoni” ha ceduto e si è pentito. La vita del carcere duro non faceva per lui abituato alla bella vita fatta di vacanze in Costa Azzurra a bordo di lussuosi yatch e di partite alla playstation conl’ex calciatore del Napoli, Lavezzi, ospite della villa posillipina del Pocho. Non a caso salì agli onori della cronaca nel 2010 per essersi fatto fotografare a bordo campo allo Stadio san Paolo mimetizzata tra i fotografi con tanto di pettorina durante la partita Napoli-Parma persa dagli azzurri per 3-2 e finita nel mirino della giustizia sportiva. Poi si diede alla latitanza scegliendo il nome in codice “Olinka” durante le conservazioni con gli affiliati che lo sostenevano. Fu catturato a Nizza nell’aprile del 2014 mentre passeggiava tranquillamente in bici sulla promenade. Due anni di carcere duro devonoi aver minato la sua psiche e poi la sua famiglia clan ” i capitoni” di Miano nell’ultimo anno è stata falcidiata da arresti e pentimenti a cominciare dai suoi zii Mario e Carlo. Da una settimana ha deciso di passare dalla parte delo Stato. I suoi più stretti familiari sono stati trasferiti da via Ianfolla in una località segreta. Antonio Lo Russo è uno dei personaggi chiave della famiglia perché era uno che comandava e che all’interno della famiglia-clan aveva una sua autonomia anche rispetto agli zii. Aveva un suo gruppo con il quale trafficava in droga a livello internazionale, aveva mantenuto i legami con i clan di Secondigliano. La Dda si aspetta da lui una collaborazione piena che faccia luce sui traffici del clan, sul filone calcio scommesse, sui fatti di sangue più cruenti degli ultimi anni facendo i nomi dei killer e dei mandanti ma soprattutto deve spiegare alla giustizia italiana chi sono le persone insospettabili legati ai Lo Russo e dire dove sta il tesoro della cosca che per anni ha traffico in droga riciclando i soldi in tante attività imprenditoriali e commerciali. Dal suo pentimento ci si aspetta un vefro e porprio terremoto giudiziario.