“Caro presidente, sono Carla Caiazzo. La mia storia è tanto triste quanto nota”, comincia così la lettera che la donna di Pozzuoli, incendiata e sfigurata con l’acido dal suo ex Paolo Pietropaolo, ha inviato al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella e pubblicata stamane dal quotidiano Repubblica. La lettera continua: “Il 1 febbraio scorso, a Pozzuoli, sono rimasta vittima della ignobile violenza di un uomo, il mio ex uomo, nonché padre della bimba che portavo in grembo, il quale non ha saputo far altro che attentare alla mia vita dandomi fuoco. Ed insieme alla mia vita ha attentato a quella della mia bambina, nata prematura grazie all’intervento dei sanitari dell’ospedale Cardarelli di Napoli”. Come ricorda l’edizione napoletana di repubblica la piccola Giulia oggi ha nove mesi. Dal giorno della drammatica aggressione, Carla si è ritrovata costretta ad affrontare un calvario senza fine, fatto di 21 interventi chirurgici, ai quali se ne aggiungeranno altri. Ciò nonostante, è ancora determinata a lottare:”Il coma, le tantissime operazioni… oggi il riscatto – scrive -La mia fede ci h a salvati, ma tanta violenza che oggi subiscono le donne non può essere tutelata solo dalla fede ! Purtroppo non sono stata la prima ..e non sarò l’ultima vittima della bieca violenza ormai diventata “una triste abitudine” degli uomini”. Ecco perché Carla invita “a fare qualcosa. Subito”. E si rivolge al presidente Mattarella: “Ti scrivo per chiederti di ” sollecitare” il nostro legislatore ad individuare, sulla scorta di quanto tristemente sta accadendo, una nuova figura di reato che punisca severamente coloro che, nel loro intendo delittuoso, colpiscono le donne, e sopra tutto le cancellano dalla società civile. Perché quanto ho subito deve trovare una esatta e chiara individuazione nel codice… Il mio aggressore ha voluto ed è riuscito a deturpare il mio volto. Mi ha ammazzato lasciandomi viva! Una nuova figura di reato. Quel la che abbiamo, col mio difensore l’avvocato Maurizio Zuccaro, denominato “omicidio d’identità”. Io come la povera Lucia Annibali (l’avvocata sfigurata con l’acido) siamo entrambe vittime di chi ha voluto cancellarci, distruggere, deturpare il nostro viso. Il viso, quello che ci consente di riconoscerci e renderci riconoscibili nella società”
E per questo che Carla sottolinea: “Non abbiamo più tempo! Occorre da subito trovare strumenti idonei per proteggerci. Dal 2012 ad oggi le vittime del femminicidio sono il triplo di quelle fatte da mafia e camorra messe insieme. Ormai la serialità di queste con dotte non può più lasciare inerme il nostro legislatore, che de ve essere attento ai mutamenti della società civile e cogliere le disfunzioni di quest’ultima e porre rimedio attraverso un intervento deciso e puntuale” Rivolgendosi al Capo dello Stato, Carla dice: “Il tuo ruolo e la tua sensibilità sarà determinante”. E ora Carla si aspetta di essere ricevuta al Quirinale dal presidente Mattarella.