Referendum, il premier Renzi si assume le responsabilità della sconfitta: “Ho perso io non voi, mi dimetto”

Roma. Dopo poco più di mille giorni di governo il presidente del Consiglio Matteo Renzi si appresta a lasciare Palazzo Chigi. Lo ha annunciato ad un’ora dalla chiusura delle urne per il referendum costituzionale, quando ormai era chiara la vittoria del No. “Ci abbiamo provato, ma mi assumo tutte le responsabilità della sconfitta: “Ho perso io, non voi – l’ammissione del premier- segretario del Pd, rivolgendosi al fronte del Si’ -. Non ho vinto, ho perso e lo dico a voce alta. Ho fatto tutto quello che penso si potesse fare in questa fase, ma l’esperienza del mio governo finisce qui. Volevamo tagliare le poltrone ma la poltrona che salta e’ la mia, non siamo stati convincenti, mi dispiace, ma andiamo via senza rimorsi”. Mesi fa, all’inizio di questa campagna elettorale, le aveva annunciate più volte le sue dimissioni in caso di vittoria del No al referendum, poi la marcia indietro e l’ammissione che poteva essere un errore personalizzare il voto, ma la sfida era lanciata. “Si può perdere un referendum, ma non si perde il buon umore”, ha detto Renzi nel corso della conferenza stampa ringraziando la famiglia, e la moglie, presente nella Sala dei Galeoni di Palazzo Chigi durante la conferenza stampa: “Grazie ad Agnese, per aver sopportato la fatica di questi mille giorni e per come ha splendidamente rappresentato il nostro paese, grazie ai miei figli. Sono stati mille giorni bellissimi che sono volati, ora per me è tempo di mettersi in cammino”. Che strada prenderà il presidente del Consiglio nessuno lo sa, ma nei prossimi giorni, ha assicurato “il governo continuerà a lavorare per seguire l’iter dell’approvazione della legge di bilancio” passata in prima lettura alla Camera, e che dovrà essere approvata definitivamente entro il 31 dicembre. Nel pomeriggio del 5 dicembre il capo del governo riunirà il Consiglio dei ministri e poi, come ha annunciato sempre nel corso delle conferenza stampa, salirà al Quirinale per rimettere il suo incarico nelle mani del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. “Tutto il Paese sa di poter contare su un guida autorevole e salda come quella del presidente Mattarella – ha concluso Renzi -, in questa sala saluterò il mio successore con un abbraccio e un sorriso, chiunque sarà, gli consegnerò la campanella e il dossier delle cose che restano da fare”. Ad aprirsi per Renzi, sarà anche il capitolo Pd, il partito che guida da segretario. Lui ha sempre detto che questo referendum non era il congresso del partito, il vicesegretario del Pd, Lorenzo Guerini, poco prima della conferenza stampa di Renzi, aveva annunciato una direzione nazionale convocata per martedi’.


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