Due delle quattro persone ritenute tra gli esecutori materiali dell’omicidio di Gennaro Cesarano – il 17enne ucciso per sbaglio durante una ‘stesa’ la notte del 6 settembre 2015, nel Rione Sanità di Napoli- sono accusate anche di avere assassinato, nel corso di una faida interna al clan dei Lo Russo, un affiliato alla stessa cosca, Francesco Sabatino, verosimilmente ucciso in un basso di via Teano, nel quartiere Miano, il 5 ottobre del 2013. Si tratta di Antonio Buono e Luigi Cutarelli, a cui i carabinieri del Comando Provinciale di Napoli hanno notificato un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per omicidio aggravato dalle finalità mafiose. Francesco Sabatino – figlio del collaboratore di giustizia Ettore Sabatino, e fratello di Domenico Sabatino, anche lui assassinato, il 30 settembre 2016 – venne trovato cadavere, in avanzato stato di decomposizione, in una cava del quartiere napoletano di Chiaiano, il 5 ottobre del 2013. Alla sua identità si è arrivati grazie alle tracce ematiche trovate dal Racis in un basso di via Teano, nel quartiere Miano di Napoli il 10 ottobre dello stesso anno. Lì, verosimilmente si sarebbe consumata l’aggressione e l’omicidio di Sabatino. Nel basso vennero trovate anche altre tracce ematiche, risultate essere di Buono e Cutarelli. Determinante è stato il contributo dei collaboratori di giustizia del clan Lo Russo, in particolare quello di Carlo Lo Russo, mandante dell’agguato, del fratello Mario e di Claudio Esposito, zio della moglie di Antonio Lo Russo, (ultimo pentito in ordine di tempo della famiglia Lo Russo) e figlio di Salvatore, il primo dei “capitoni a pasare dalla parte dello Stato.Agli indagati, oltre al reato di omicidio volontario con l’aggravante di aver commesso il fatto per agevolare il clan Lo Russo, è stato contestato anche il reato di occultamento di cadavere.
(nella foto da sinistra il pentito Ettore sabatino e il figlio ucciso Francesco)
