Sono complessivamente 42 (40 in carcere e 2 ai domiciliari) le ordinanze di custodia cautelare eseguite dai carabinieri nel corso del blitz contro il clan Elia di Napoli. I provvedimenti riguardano in particolare il gruppo che fa capo ai fratelli Elia, un’organizzazione nella quale le donne rivestono un ruolo importante: 17 di esse, infatti, sono destinatarie delle misure restrittive. L’organizzazione è dedita non solo al traffico di stupefacenti, ma anche alle estorsioni comprese quelle ai danni di altri gruppi criminali della zona. Secondo quanto accertati dagli inquirenti, il clan incassava dall’attività di spaccio 5mila euro al giorno.
– Una bambina di 8 anni impiegata in casa per il confezionamento della cocaina e un bambino di 12 anni impiegato per le consegne per strada agli acquirenti. Il particolare è emerso dalle indagini dei Carabinieri, coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli, sul clan camorristico Elia, attivo nella zona del Pallonetto di Santa Lucia. Secondo quanto contenuto nel provvedimento cautelare, il gruppo Elia gestiva l’attività di spaccio di sostanze stupefacenti nel quartiere, a ridosso della centralissima piazza Plebiscito, avvalendosi anche dell’opera di donne e minori. Tra i destinatari del provvedimento restrittivo figurano ben 17 donne, mentre le condotte di 4 minori sono al vaglio della Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Napoli. La bimba di 8 anni e il bambino di 12 anni non sono imputabili.
L’indagine, che ha portato in carcere 42 persone per associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, cessione di sostanze stupefacenti, estorsione, detenzione e porto illegale di armi, ricettazione, con l’aggravante del metodo mafioso, e’ stata condotta dal maggio del 2015 ad oggi, attraverso attivita’ tecniche e dinamiche. Significativo – e’ riportato nella nota della Procura di Napoli – e’ l’episodio registrato la notte del 3 luglio 2015 da una telecamera investigativa appositamente installata che riprende un grave atto intimidatorio posto in essere da alcuni degli indagati: 6 appartenenti al sodalizio criminale, tre dei quali armati di pistola, uno di questi era minorenne, e a bordo di 3 scooter, irrompevano in Supportico d’Astuti, il cuore del quartiere Pallonetto di Santa Lucia, dove si fermavano per strada ed esplodevano diversi colpi d’arma da fuoco per affermare la loro supremazia su tutte le piazze di spaccio. Il controllo delle attivita’ illecite nella zona da parte degli esponenti della famiglia malavitosa degli ” Elia”e’ risultata capillare: tutte le piazze di spaccio li’ presenti erano costrette a versare al clan una quota dei guadagni, circa 300 euro settimanali per piazza e ad acquistare esclusivamente presso quel sodalizio i quantitativi di stupefacente da vendere al dettaglio. Gli investigatori sono riusciti a ricostruire l’intero organigramma del sodalizio camorristico denominato clan Elia, capeggiato dai fratelli Elia Ciro e Antonio, attivo a Napoli nel quartiere popolare del Pallonetto di Santa Lucia e nella zona centrale di Borgo Marinari, via Partenope e via Santa Lucia, dedito al traffico di sostanze stupefacenti (con quattro piazze di spaccio attive), alle estorsioni ai danni di ristoratori e di spacciatori, al possesso illegali di armi e alla commissione di atti intimidatori (incendi ed esplosioni di colpi d’arma da fuoco). Sono stati poi individuati e sequestrati i libri contabili dell’organizzazione, con liste di acquirenti debitori e di spacciatori estorti, 2 pistole semiautomatiche calibro 7,65 e una mitraglietta automatica calibro 9, oltre a vario munizionamento di diverso calibro, diverse dosi di sostanza stupefacente del tipo di cocaina, hashish e marijuana. Inoltre sono state arrestate in flagranza di reato 16 persone per detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti e persone per evasione dagli arresti domiciliari. Secondo il provvedimento cautelare, il gruppo Elia gestiva l’attivita’ di spaccio di sostanze stupefacenti nel quartiere Pallonetto di Santa Lucia, a ridosso della centralissima piazza Plebiscito, avvalendosi anche dell’opera di donne e minori. Tra i destinatari del provvedimento restrittivo figurano, infatti, ben diciassette donne, mentre le condotte di quattro minori sono al vaglio della Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Napoli. Tra loro due minori, invece, risultano non imputabili, una bambina di otto anni impiegata in casa per il confezionamento della cocaina e un bambino di dodici anni impiegato per le consegne per strada agli acquirenti. In altre circostanze l’intimidazione consisteva nel furto e incendio di veicoli di proprieta’ dei gestori di piazze di spaccio che non erano in regola con i pagamenti. Dalle estorsioni sulla gestione delle piazze di spaccio non erano esclusi i familiari diretti; anche i fratelli, sorelle, cognate e cugini dovevano versare nelle casse del clan parte dei loro guadagni illeciti. Nel corso dell’attivita’ d’indagine – si legge nella nota firmata dal Procuratore Giovanni Colangelo e dall’aggiunto Filippo Beatrice – si sono registrati anche diversi episodi estorsivi commessi dai due reggenti del sodalizio criminale, i fratelli Elia, ai danni di un noto ristoratore del Borgo Marinari; i due indagati, con frequenza quasi quotidiana, consumavano lussuosi pranzi presso quel ristorante, senza mai pagare il corrispettivo, avvalendosi della forza intimidatrice derivante dall’appartenenza all’associazione di stampo camorristico all’interno della quale avevano il ruolo di capi. Ogni piazza di spaccio, aperta per 24 ore, riusciva a smerciare fino a 50 grammi di cocaina al giorno (circa 5.000 euro di ricavi dai quali bisognava detrarre le varie spese), oltre alla marijuana e all’hashish; considerati questi cospicui guadagni che derivavano dalle attivita’ illecite, la maggior parte degli indagati appartenenti al sodalizio criminale non espletava alcuna attivita’ lavorativa, conducendo tuttavia un tenore di vita molto elevato. I 42 provvedimenti restrittivi eseguiti prevedono 40 custodie cautelari in carcere e 2 arresti domiciliari.