Napoli, piazza Garibaldi e Maddalena, sono tornati i venditori abusivi. L’inchiesta: solo i cinesi non pagano il pizzo

Sono tornati gli ambulanti e gli abusivi nel mercato della Maddalena dopo il clamore mediatico della sparatoria del 4 gennaio con i relativi arresti degli uomini del racket del clan Mazzarella e della vicenda del salumiere coraggio Ciro Scarciello. Sono bastati pochi giorni per far tornare tutto “alla normalità” ovvero alla illegalità diffusa e tollerata. Il business delle griffe contraffatte gestito dalla camorra e in modo principale dal clan Mazzarella e dalla famiglia Cardarelli continua a portare decine di miglia di euro al mese nelle casse dei clan. Intanto continua l’inchiesta sulla sparatoria che ha portato al ferimento dei 3 senegalesi e della bambina di 10 anni di  Melito che passeggiava in compagnia del padre. Si cerca ancora il latitante Antonio Sarnelli. Era lui il quinto uomo del commando che doveva “dare una lezione ai neri” la mattina del 4 gennaio scorso.

Gli unici che non pagano, non ogni settimana al­meno, sarebbero invece i commercianti cinesi. Dal­le indagini eÌ€ emerso che un paio di volte la camorra sarebbe andata anche da loro, ma le vittime avrebbero reagito brandendo coltelli da cucina e attrez­zi da lavoro facendo scappare gli emissari del clan Mazzarella. Le voci della Maddalena raccontano che poi, qualche giorno piuÌ€ tardi, sarebbero stati vi­sti alcuni cinesi con macchinoni di lusso prende­re contatti con i Mazzarella. Un accordo fra mafie, nel cuore di Napoli. Una pax che consente agli orientali di continuare a “lavorare” senza essere disturbati. per questo c’è stato l’accanimento e la richiesta di aumento del pizzo ai Nord Africani che ha portato alla reazioni del coraggioso Mouhma­dou che dopo essersi ribellato ora vive sotto scorta. Era lui l’obiettivo degli emissari del clan Mazzarella. Fu Gennaro Cozzolino a fare materialmente fece fuoco contro di lui mentre scappava dopo essere stato percosso anche con mazze da Valerio Lambiase (fratello di Gianmarco, ucciso i 1 marzo 2015 a Ponticelli nella guerra con i Giuliano-Sibillo, allora uniti)  e dal latitante Antonio Sarnelli, aiutati anche da Luciano Rippa e Gennaro Vicedomine (che si ttovano agli arresti domiciliari) e da un minorenne che per il momento è indagato a piede libero in attesa della decisione del Tribunale per i minori. Sarnelli in passato è stato uomo di fiducia del boss pentito di Forcella, Maurizio Ferraiuolo che nel periodo della sua reggenza e della pax con i Mazzarella lo aveva delegato alla raccolta delle estorsioni nel mecato della Maddalena. Ruolo che poi gli era stato confermato da Fabio D’Amico insieme con Antonio Rinaldi anche con l’uscita dal carcere di Luciano Mazzarella.

 

 

 


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