Da Castellammare e Pomigliano per riciclare assegni rubati nel Lazio: 6 arresti. NOMI E FOTO

Una associazione per delinquere finalizzata al riciclaggio è stata scoperta dai carabinieri del Nucleo investigativo del comando Provinciale di Viterbo in un blitz coordinato dalla Procura. I soggetti arrestati sono Salvatore Ricciardi di 35 anni, residente a Pomigliano D’Arco; Giuseppe Salustro, 30 anni, che vive a Viterbo; Fabrizio Gargano, di 48 anni, residente a Roma; Marco Antonio Carriere di 26 anni, residente a Viterbo; Immacolata Norato, 30 anni residente a Castellammare di Stabia e Fabio Tomolillo di 38 anni, residente a Pomigliano D’Arco. L’inizio dell’indagine, denominata ‘Cashier’s Check’ (assegno circolare) – si spiega in una nota – risale al mese di gennaio 2016, allorquando un uomo andò dai carabinieri, dicendosi preoccupato per il figlio di 24 anni, che aveva eseguito diverse operazioni sul proprio conto corrente, effettuando dei versamenti di assegni circolari. Gli accertamenti – si aggiunge – hanno permesso di stabilire che il giovane si era reso disponibile con un soggetto di Viterbo a versare sul proprio conto corrente assegni circolari, rubati e poi contraffatti. Le indagini – si sottolinea – hanno messo in luce l’esistenza di un’associazione a delinquere attiva nelle operazioni di ‘reperimento e ripulitura’ di assegni di provenienza illecita – asportati dal circuito di Poste Italiane – e ciò al fine di porli all’incasso grazie all’apertura di conti correnti intestati a persone compiacenti, che incassavano le indebite somme di ciascun assegno a loro destinato per poi riversare ai correi diverse percentuali dell’importo riportato. I “prestanome” venivano reclutati dai referenti di zona e, dopo aver versato l’assegno circolare “clonato”, procedevano a prevelare in contanti l’importo del titolo di credito, trattenendo il 10% e consegnando la restante somma al referente di zona che, a sua volta, percepiva il 25%, versando l’importo restante ai vertici dell’associazione.

Il sistema di riciclaggio non è finito neanche dopo le operazioni dei carabinieri che, il 21 gennaio 2016, arrestavano, a Roma, in flagranza, quattro persone, trovate in possesso di numerosi assegni circolari provento di furto. Il 15 febbraio 2016 si è poi registrato, in una sala giochi di Viterbo, l’arresto del referente per l’area viterbese, Giuseppe Salustro, finito nei guai per i reati di lesioni e danneggiamento aggravato. I carabinieri spiegano in una nota che nel corso delle indagini è emerso che una “prestanome” che non aveva rispettato gli accordi con Salustro ed aveva incassato l’importo degli assegni consegnati senza dare alcuna somma indietro. E così dopo una serie di minacce telefoniche la donna veniva avvicinata, aggredita e picchiata. La complessiva attività di indagine ha consentito di accertare l’illecita negoziazione di 248 assegni, rubati e poi clonati, per un giro di affari di 323.487,34 euro. Dall’esame svolto dai militari specializzati del Comando Carabinieri Antifalsificazione Monetaria è emerso che gli assegni asportati, venivano poi clonati. Sono 42 gli indagati residenti nel Lazio, nelle province di Viterbo e Roma, ma anche in Campania. La gran parte dei soggetti sottoposti ai indagini è già nota alle forze dell’ordine per i trascorsi giudiziari, alcuni dei quali riguardanti precedenti per delitti gravi quali associazione di stampo mafioso, traffico di droga, banda armata e associazione sovversiva. Salustro dovrà rispondere anche dell’accusa di detenzione di sostanze stupefacenti, per aver spacciato anche sostanze stupefacenti a diversi soggetti. Il gip di Viterbo ha emesso 6 misure cautelari di cui 4 in carcere e 2 agli arresti domiciliari. La Procura della Repubblica, invece, ha disposto la perquisizione delle abitazioni di altri 18 indagati. Al blitz hanno partecipato oltre 100 militari del comando provinciale di Viterbo per l’esecuzione dei provvedimenti emessi dall’autorità giudiziaria.


Articolo precedenteDroga da Torre del Greco-Ercolano al Cilento: chiesti 3 secoli di carcere per i “King of Narcos”.TUTTE LE RICHIESTE
Articolo successivoCamorra: ai domiciliari il figlio del boss “Sandokan”