Il Napoli sfida la Juve ma con un occhio al turn over

Il fascino della sfida alla Juventus contro il realismo del doppio impegno contro Roma e Real Madrid, determinanti per il seguito della stagione azzurra. Ecco il bivio davanti a cui si trova Maurizio Sarri, alla vigilia della semifinale di andata di Coppa Italia in scena domani sera a Torino. Il tecnico toscano sa di dover dosare le energie nella fase decisiva della stagione e sembra pronto a cambiare pelle al suo Napoli in Coppa: per questo domani potrebbe rinunciare al tridente dei piccoli, schierando un “nueve” vero, che potrebbe essere Pavoletti, e magari dando un turno di riposo a José Callejon. Lo spagnolo è lo stakanovista azzurro con 2.820 minuti in campo: ha giocato tutte le gare della stagione, riposandosi parzialmente solo contro lo Spezia in Coppa Italia e contro il Genoa, quando era squalificato per l’espulsione di Bologna. Al suo posto potrebbe giocare Giaccherini, che scalpita in panchina da mesi ed è pronto a sfidare la Juve da ex. A Torino, senza i tifosi azzurri lasciati fuori dall’osservatorio del Viminale che ha vietato la trasferta, Sarri si presenta con il problema a centrocampo per l’assenza di Allan, che è rimasto oggi a Napoli per proseguire la terapia dopo la distrazione all’adduttore: al suo posto il ballottaggio è tra Zielinski e Rog, che Sarri potrebbe rischiare dall’inizio, dando anche soddisfazione al presidente azzurro De Laurentiis, che ne aveva invocato un maggior utilizzo. In difesa, invece, è atteso il ritorno dall’inizio di Koulibaly, mentre sulla destra toccherà ancora a Maggio vista la squalifica in Coppa Italia di Hysaj, apparso anch’egli molto stanco nel match contro l’Atalanta. Sarri vuole un Napoli di lotta a Torino, che sappia tenere aperta la qualificazione da giocarsi poi al San Paolo. E a proposito di differenze di vedute tra il tecnico e il presidente, a Napoli è all’ordine del giorno il rimpianto per Manolo Gabbiadini: la doppietta al Manchester United non è servita a portare il Southampton a vincere la Coppa di Lega inglese, ma ha sottolineato l’esplosione in Inghilterra della punta su cui De Laurentiis puntava ma che con Sarri non a mai trovato davvero la sua chance. E così oggi i tifosi si sono divisi, nei bar e sui social, tra chi lo rimpiange e chi non lo ritiene adatto al club azzurro. Ma a Napoli i tifosi, soprattutto quelli meno giovani, oggi ricordano Roberto Fiore, storico presidente azzurro degli anni ’60, morto oggi a 93 anni. Abile dirigente, fu lui, nei suoi anni alla guida degli azzurri dal 1964 al 1967, a portare in azzurro Omar Sivori e José Altafini. Era un Napoli che aveva ancora in società Achille Lauro e che riempiva il San Paolo all’inverosimile, fino a toccare quota 69.000 abbonati. Il Napoli, appena saputo dalla scomparsa, si è attivato per giocare domani sera a Torino con il lutto al braccio.


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