Caserta. Secondo i magistrati è stata commercializzata e impiegata nei processi di lavorazione della mozzarella di bufala di latte bufalino crudo proveniente da allevamenti non indenni da tubercolosi bovina. Si sarebbe venduto del latte crudo che dovrebbe, invece, non essere somministrato ai consumatori. Il latte in questione, invece di essere sottoposto a controlli e processi particolari, ha perso ogni tracciabilità eludendo tutte le precauzioni imposte dalla legge. Dalle indagini tecniche è emerso “che tutti i soggetti coinvolti nelle operazoni commerciali erano a conoscenza del fatto che l’allevamento non fosse più indenne da Tbc”. Il caseificio Bellopede & Golino, socio storico del consorzio a tutela del marchio Dop della mozzarella di bufala campana e uno dei maggiori produttori nazionali avrebbe prodotto e messo in commercio mozzarella contenente latte vaccino e non latte di bufala, violando il dispositivo del ministero delle politiche agricole alimentari e forestali. Dai sopralluoghi e dall’analisi della documentazione amministrativo-contabile è emersa la “sistematica alterazione” dei documenti di trasporto del latte utilizzato per la produzione rendendo così “incerta la tracciabilità del prodotto”. Le mozzarelle incriminate sarebbero state vendute in varie parti d’Italia e anche spedite negli Stati Uniti.