Torre Annunziata. Spaccio di droga in penisola sorrentina: sconto di pena per Valentino “Gigino” Cirillo, il 24enne figlio di Andrea ‘o sciacallo, pluripregiudicato ritenuto vicino al clan Gionta. I giudici della terza sezione della Corte d’Appello di Napoli hanno condannato il figlio di ‘o sciacallo a 2 anni e 8 mesi di reclusione. In primo grado, invece, il pusher, difeso dagli avvocati Luciano Bonzani e Mauro Porcelli, beccò 6 anni di carcere.
L’inchiesta, coordinata dai pm della Procura della Repubblica di Torre Annunziata, smascherò 4 giovanissimi che inondavano di droga la costiera sorrentina. Cocaina, marijuana ed amnesia venivano ordinate tramite sms o con uno squillo sul cellulare. A capo della banda di pusher, secondo gli inquirenti, c’era proprio Valentino Cirillo, già con precedenti per spaccio, residente in via Bertone. In primo grado, con Cirillo, lo scorso 9 giugno, furono condannati anche il 27enne di Vico Equense Michele Donnarumma (2 anni e mezzo), soprannominato il cinese; dieci mesi (pena sospesa) vennero inflitti al 22enne di Sorrento Eduardo Veniero. Armando Ferraro (25, di Vico Equense), titolare di un bar in penisola, patteggiò infine una condanna a 4 anni.
La droga – così come emerso dalle indagini – quasi sempre era nascosta in via Bertone, il feudo del clan Gionta di Torre Annunziata, o in via Terragneta. E dopo il contatto telefonico viaggiava. Destinazione la movida di Vico Equense e di Sorrento. A smascherare la centrale dello spaccio furono le dichiarazioni rese in caserma da una giovane sorrentina, in merito ad una presunta violenza sessuale subita ad opera del proprio fidanzato. Solo dopo si scoprì che il rapporto era in realtà consensuale.
La ragazza andò dai militari per paura: il fidanzato “stava prendendo” una brutta strada. Frequentava spesso “Gigino”, o anche “Pasquale”, i nomi in codice che Valentino Cirillo usava per ridurre il rischio di essere scoperto. Per questo – secondo l’esito delle indagini – non rispondeva nemmeno al telefonino. Bastava uno squillo.
Il figlio di Andrea ‘o sciacallo, ex gestore della piazza di spaccio in zona Litoranea, sconterà la condanna agli arresti domiciliari. A restare in cella è invece suo padre. ’O sciacallo, nonostante un recente sconto di pena in Appello, deve infatti scontare altri 2 anni. Un residuo derivatogli dalla condanna definitiva, subita nel maxi-processo alla camorra “Alta Marea”.
Monica Barba