Appalti nelle pubbliche amministrazioni: decreto di perquisizione e avviso di garanzia per l’ex presidente della Regione Campania Stefano Caldoro, oggi consigliere Regionale. L’accusa della Dda per Caldoro è la stessa contestata a Italo Bocchino, Alfredo Romeo e Natale Lo Castro che insieme ad altre cinque persone deve rispondere dell’accusa di associazione per delinquere finalizzata a commettere più delitti contro la pubblica amministrazione per l’aggiudicazione di appalti e commessi inerenti i lavori di pulizia e la gestione del patrimonio immobiliare di pubbliche amministrazione e corruzione.
L’inchiesta coinvolge anche Natale Lo Castro, direttore amministrativo dell’azienda ospedaliera Federico II di Napoli, che insieme a Cadoro, Italo Bocchino e Alfredo Romeo è accusato di corruzione. L’accusa riguarda il bando di gara che avrebbe favorito la Romeo Gestioni spa in un appalto nell’azienda ospedaliera diretta da Lo Castro. Caldoro, consigliere regionale e membro della commissione – secondo l’accusa – avrebbe cucito ‘su misura’ il contenuto del bando sulla scorta delle carratteristiche aziendale della Romeo Gestione. In cambio si sarebbe fatto promettere da Alfredo Romeo e da Italo Bocchino un finanziamento di dicci borse di studio destinato ad un centro che lo stesso Caldoro aveva in animo di fondare. Il patto corruttivo, secondo la Dda, passava anche per un incarico di collaborazione in favore del cognato di Caldoro, Ferdinando Morabito, detto Nanni.
Rosaria Federico