Ci sarebbe un’altra vittima innocente di camorra nel lungo elenco di persone che la follia criminale dei clan napoletani ha lasciato sul selciato negli anni. E corrisponde a Raffaele Pisa il 32enne ucciso la sera del 13 dicembre scorso. Il giovane si trovava all’esterno di una associazione culturale in via Giorgio dei Grassi a Pianura quando arrivano i killer in moto che lo freddarono. Subito dopo l’omicidio il fratello Gianluca si presentò agli investigatori e fece queste dichiarazioni che sono allegate all’ordinanza di custodia cautelare emessa due settimane fa dal gip Tommaso Parrella e che ha colpito boss e gregari dei clan Pesce-Marfella e Mele-Lago, in lotta per il controllo degli affari illeciti a Pianura.
Le dichiarazioni rese da Gianluca Pisa inducono gli inquirenti a ritenere anche l’omicidio di Raffaele si iscriva nella faida di camorra in atto tra i Clan “Marfella” e “Mele”. Infatti Gianluca Pisa, dopo aver infatti affermato l’assoluta estranietà del fratello a qualsiasi circuito delinquenziale, sosteneva che l’omicidio potesse essere un atto di ritorsione nei suoi confronti da parte di esponenti del Clan Marfella i quali, oltre a ritenerlo un “simpatizzante” di Romano Salvatore detto “muoll muoll” (attuale reggente del Clan Mele), erano convinti che che spacciasse sostanze stupefacenti nel quartiere di Pianura senza la loro autorizzazione, ragion per cui, in passato, lo avevano già più volte minacciato.
Così, in particolare, Pisa Gianluca:
” … omissis … mi chiedete se sia a conoscenza di eventuali problemi con terze persone che mio fratello potesse avere avuto ed io vi rispondo che lo escludo categoricamente, anzi, con ogni probabilità se avesse dovuto uccidere qualcuno della mia famiglia, sarebbe stato più logico se avessero ucciso me perché sostanzialmente in passato ho ricevuto delle minacce da soggetti legati al clan Marfella perché, avendo dei rapporti di parentela acquisiti con Giuseppe Ivone noto trafficante di droga del Rione Traiano (padre della mia ex compagna) ipolizzavano che io approfittasi di tale situazione per gestire una piazza di spaccio di droga nella zona di Pianura. Ricostruendo tali minacce posso dirvi che due o tre mesi prima che Salvatore Marfella venisse arrestato nel luglio 2015 , fui avvicinato da lui, Giuseppe Foglia, Emanuele Bracale e Mauririo Legnante alias “talebano”. Mi fermarono in Corso Duca D ‘Aosta mentre si trovavano a bordo di un’autovettura Nissan Juke di colore bianco e, discesi dalla stessa, mi bloccarono e Salvatore Martella mi chiese con tono minaccioso se io effettuavo la vendita di droga al telefono; io risposi in maniera negativa e lui, non credendomi, mi disse che prima o poi mi avrebbe acchiappato. Nel luglio successivo fu arrestato Salvatore Marfella insieme ad altri soggetti del suo clan e da allora in poi sono stato tranquillo fino alla settimana scorsa quando sono stato avvicinato da Alfonso Bruno e Giovanni Bellofiore, un giovane del quartiere che qualche mese fa è stato ferito. Ricordo in particolare che era mercoledì 7 dicembre scorso e potevano essere le 15,30, mi hanno avvicinato all’entrata di un garage ubicato in Via Evangelista Torricelli mentre mi trovavo in compagnia di mio fratello Raffaele, loro viaggiavano in sella ad uno scooter Piaggio Beverly e guidava Bruno Alfonso. Senza scendere dal mezzo ed imbracciando un mitra Bellofiore Giovanni, che so appellarsi con il soprannome ‘brillantina’ mi ha detto di andare immediatamente a casa di Alfredo; dopo pochi istanti sono andati via. Io ho compreso subito che si riferivano ad Alfredo Foglia, perché i due soggetti che si sono presentati li conosco come esponenti del clan Marfella-Pesce e l’unico “Alfredo” al quale potevano riferirsi, era solo Alfredo Foglia che so attualmente rappresentare il clan Marfella. Non sono andato a casa di Alfredo Foglia e domenica scorsa si è verificato un altro episodio: verso le ore 13,00 mentre mi trovavo fuori allo stabile dove abito sono transitati su uno scooter Honda SH 300. Vincenzo Romano che era alla guida e Vitale Perfetto come passeggero, si sono avvicinati a me e Romano ha fatto cenno a Vitale indicando la mia presenza. Ho sentito che Vitale Perfetto diceva a Romano “vabbuò a posto”, poi hanno ripreso la marcia e prima di allontanarsi Romano mi ha detto” ti devo schiattare la testa” …. omissis … il motorino Honda SH 300 sul quale viaggiavano Romano Enzo e Vitale Perfetto è quello generalmente utilizzato da Vincenzo Romano; non conosco la targa ma, essendo del quartiere, mi è saltata all ‘occhio questa sua abitudine, difatti ricordo che si tratta di un modello bianco e grigio ed è del modello “sport” …. omissis … sono venuto a conoscenza che alcune persone del quartiere avevano messo in giro la voce che io e Raffaele mio fratello eravamo “simpatizzanti” di Salvatore Romano alias “Muoll- Muoll”, invece non risponde al vero, confermo di conoscerlo ma tra di noi non c’è stata mai una frequentazione assidua … omissis … “.
Rosaria Federico
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