Fine pena mai per Vincezno mazzarella ‘o pazzo boss di san Giovanni a teduccio e capo della storica famiglia di contrabbandieri prima e poi di trafficanti di droga e signori del racket poi. Lo ha deciso il gup del Tribunale di Napoli secondo il quale il boss è il mandante del duplice omicidio di Vincenzo Rinaldi “o’ guappetiello e del cognato Luigi De Marco detto “Ginetto”. L’agguato si consumò il 28 marzo 1996 nel rione Villa a San Giovanni a Teduccio con l’accordo del ras di Ponticelli Vincenzo Sarno, oggi collaboratore di giustizia. Proprio grazie alle dichiarazioni dei pentiti e alla perfetta ricostruzione compiuta dagli investigatori della “Omicidi” della questura, il quadro indiziario a carico degli indagati è completo. Di quella terribile sparatoria, maturata nell’ambito dei contrasti tra i Mazzarella e i Rinaldi che non sono mai cessati da allora, devono rispondere oltre ai due presunti mandanti, Fabio Caruana quale esecutore materiale e Gennaro D’Amico come “specchiettista” o “filatore” . Erano indagati, come ricorda Il Roma, ma nel frattempo sono deceduti, anche Giacomo D’Amico, Ciro Giovanni Spirito, Ciro Veneruso e Vincenzo Siervo. In quell’occasione rimasero leggermente feriti Ferdinando Striano e Francesco Argentato.
Era pomeriggio quando scattò l’allarme in via Sorrento, nel cuore del rione Villa, storicamente roccaforte dei Rinaldi. Tutti e quattro i feriti furono soccorsi e trasportati all’ospedale Loreto Mare, ma in ospedale morirono prima Luigi De Marco e il giorno dopo Vincenzo Rinaldi. Troppo gravi le ferite riportate mentre Ferdinando Striano e Francesco Argentato se la cavarono con 10 giorni di
prognosi, rispettivamente colpiti a un braccio e al polpaccio. L’omicidio fu deciso dall’alleanza Mazzarella-Sarno-Formicola- D’Amico-Cuccaro, nata in seguito ai contrasti negli anni in cui fiorente era il contrabbando di sigarette.
«La faida Mazzarella-Rinaldi risale al periodo di Michele Zaza. Ero ancora piccolo quando sentivo raccontare che quest’ultimo, per le sue attività illecite, in particolare il contrabbando, riconosceva quale suo principale referente, se non unico, Rinaldi soprannominato
“o’ giallo”. Ciò determinò una sorta di gelosia da parte di Gennaro Mazzarella che, sentendosi estromesso, fece ammazzare Rinaldi “o’ giallo”». Era il 9 maggio 2007 quando il pentito Ciro Giovanni Spirito (poi suicida in carcere, affiliato di spicco del clan Mazzarella) rivelò ai pm antimafia il motivo principale dei sanguinosi contrasti tra le due cosche con base a San Giovanni a Teduccio.
«Dopo l’arresto di Gennaro Mazzarella nello scontro con i Rinaldi si creò un’unica aggregazione così composta: il gruppo di Vincenzo Mazzarella, i Sarno, i Formicola, i D’Amico e i Cuccaro. Scopo di questa alleanza era ripulire San Giovanni a Teduccio dai Rinaldi. In questo contesto maturò il duplice omicidio di Vincenzo Rinaldi “o’ guappetiello” e di un certo “Ginetto”. Sapemmo infatti che
un gruppo dei Rinaldi era fermo in strada a mangiare un panino. Fummo avvisati da Salomone, cognato di Gennaro di cui
conosco solo il cognome, e da Gennaro D’Amico» Anche Raffaele Cirella, ex affiliato ai Sarno, ha parlato con i pm della Dda delle origini della guerra Mazzarella-Rinaldi. «Agli inizi degli anni ’90 e anche prima, Antonio Rinaldi detto “o’ giallo”, capo storico del clan, aveva
rapporti di amicizia con Vincenzo Mazzarella. Poi successe che Antonio Rinaldi cominciò ad avanzare delle pretese che però non piacquero a Vincenzo Mazzarella, che ne decretò la morte. Da allora i Rinaldi sono diventati nemici giurati dei Mazzarella. Anche i Sarno si adeguarono alla nuova situazione, troncando ogni rapporto con i Rinaldi».