Camorra, i Barbudos e l’omcidio di Genny Cesarano: “I guai li hanno fatti i Sequino, adesso vogliono mettere a noi per sotto”

C’è ancora qualcosa da scoprire in merito all’omicidio dell’innocente Genny Cesarano ucciso nel rione Sanità nel settembre del 2015. Gli arresti dei killer e dei mandanti avvenuti il mese scorso, non hanno chiarito del tutto i partecipanti al sanguionoso raid tantomeno come e perché nacque il raid omicida da parte del clan Lo Russo. Non a caso Antonio Genidoni, figliastro del boss Pierino Esposito contro il quale era diretto il raid la notte del 6 settembre 2015. Nel corso delle intercettazioni ambientali che ci sono state lo scorso anno nella casa milanese di Genidoni dove stava scontando gli arresti domiciliari il reggente dei 2barbudos” conserversando con i suoi pareti e affiliati, come era solito fare, che lo andavano a trovare, parla appunto dell’omicidio di genny Cesarano e ne esce fuori una chiave di lettura leggermente diversa da quella fornita dal boss pentito Carlo Lo Russo, il mandante della sparatoria mortale. E’ Alessandro Daniello, che per ironia della sorte abitava nello stesso palazzo del boss pentito in via Ianfolla a Miano, affiliato alla cosca nemica dei “Capitoni” ovvero agli Esposito-Spina- Genidoni a fornire particolari inediti.

In pratica, convenendo sul fatto che non fosse il ragazzo il vero obiettivo del raid mortale, secondo gli interlocutori di Antonio Genidoni, era maturato nel corso di un stesa da parte dei Lo Russo di Miano in risposta ad una precedente, posta in essere dallo stesso Alessandro DAniello che era andato a Miano unitamente ad esponenti del clan Sequino con l’assenso del boss Salvatore Sequino.Daniello però, attribuisce le colpe di quanto accaduto a  Gennaro Passeretti, alias Geny o’ cecato che, nel corso del passaggio a Miano, avrebbe mostrato una pistola mentre in strada erano presenti i figli di “Mimì Capitone”, ovvero Domenico Domenico. Non a caso Antonio Genidoni dice: “i guai li hanno fatti i Sequino, adesso vogliono mettere a noi per sotto”, Alessandro Dainello tenta di discolpare  Salvatore Sequino precisando “con Miano non ha fatto nessun guaio Totore (Sequino), si è scatenata la guerra con Miano da quando salirono là e poilo abbiamo fatto anche noi un guaio, quando salimmo io, Pierino (Esposito) ed Emanuele (Emanuele Salvatore Esposito) a Miano”

La sensazione che se ne ricava è quella che già in precedenza  Pietro Esposito,  Alessandro Daniello ed  Emanuele Salvatore Esposito fossero “saliti a Miano” per un’azione dimostrativa.Nell’occasione Pietro Esposito era armato di kalashnikov ed in risposta all’affronto subito  Carlo Lo Russo, tramite i Tolomelli, avrebbe minacciato Pietro Esposito di non tornare più a Miano “poi dopo successe il fatto e misero a Pierino in mezzo quando andarono a Miano con i ragazzi di Totore, e quando andammo là in mezzo disse Carlucciello “dicci a Pierino che la prossima volta che sale con il Kalashnikov a Miano lo rimango con il Kalashnikov in mano” mandò l’imbasciata tramite i Tolomelli”

Ecco la trascrizione dell’intercettazione ambientale a Milano a casa Genidoni datata 2 marzo 2016:

Antonio chiede: il fatto di Genny era Giugliano o Miano?
Alessandro gli risponde che provenivano da Miano
Enza dice che quella doveva essere una “stesa” solo che spararono ad altezza d’uomo, ma non doveva morire nessuno.
Alessandro in merito alla raid nella Sanità compiuto da soggetti di Miano racconta che precedentemente c’era stato un passaggio di scooter con personaggi della Sanità a Miano, a questo punto Antonio chiede il perchè loro erano andati a Miano.
Alessandro racconta che lui stava sopra e stava parlando con Totore (Sequino) e loro si stavano facendo i giri per San Gaetano, Forcella, Quartieri… erano i ragazzi di Totore con Manuele (Esposito), andavano a fare i giri, a fare le scemità, le stese, quando di un tratto vennero sotto al palazzo e dissero “Totore ci stiamo andando a fare un giro a Miano” e Totore mi disse: stanno andando a Miano, vai pure tu.; io gli risposi: ma che andiamo a fare a Miano, che ci azzecca? Lui mi disse di andare , io accettai anche per non fargli fare scemità (ai ragazzi), Totore disse a Genny (Gennaro Passaretti): mi raccomando non facciamo stronzate e non cacciate nessuna pistola da fuori, solo un giro normale, lui rispose va bene. Alessandro continua a raccontare che scese e andarono a Miano e ci stavano un gruppetto di ragazzi, ma erano tutti bravi ragazzi e ci stavano i figli di “Mimì ò Capitone”  Domenico Lo Russo) là in mezzo, loro passarono e Genny (Passaretti) subito fece con le pistole così vicino alle famiglie, gli dissi: “Genny, abbassa queste pistole, ma che stai facendo? Quelli sono bravi ragazzi”, poi c’era una Audi A3 dietro, il figlio di (inc.) che si mise paura e per scappare ci stava investendo e loro si misero a puntare nelle macchine eccetera, dopo ce ne andammo; appena scesero Alessandro racconta che andò da Totore (Sequino) e gli disse che era successo un fatto brutto e gli disse prima che passi domani di chiamare a qualcuno e di mandare l’imbasciata a Miano che siamo passati per Miano perchè siamo fuggiti da un posto di blocco e ci siamo impressionati perchè abbiamo visto una paranza di guagliuni, dissi manda l’imbasciata perchè se no succede il macello, a tanto Totore disse che avrebbe mandato l’imbasciata domani mattina e che non si doveva fare… che cazzo avevamo combinato. Alessandro gli disse di non aspettare domani mattina l’imbasciata, ma di mandarla adesso, poi salì a casa e avvisò il fratello di non tornare proprio a casa e dopo una mezz’ora … un’oretta ….
Antonio chiede che ora era, Alessandro dice che erano circa le 23:30/24:00
Interviene Raffaella che dice che il raid dei Mianesi aveva come obbiettivo il pub, Enza dice che non avevano intenzione di fare il morto e Alessandro continua dicendo che iniziarono a sparare da sopra alla “mirciatella” (via discesa Sanità), Jessica e Enza entrano nel discorso ipotizzando vari obbiettivi, Alessandro dice che questi spararono più di cento colpi nei negozi nei muri, nel palazzo loro, dappertutto. Alessandro spiega che Genny stava vicino alla chiesa e chi gli ha sparato lo ha fatto da lontano.
Antonio fa una considerazione, o lo devono accollare a qualcuno che non lo paga lì a Miano se no ce lo fanno pagare a qualcuno di noi.
Enza dice che non erano proiettati per fare il morto, Antonio le dice che allora dovevano sparare in aria, interviene Jessica che dice che volevano fare una cattiveria, perchè si vedevano che erano “criaturi” quelli là, non erano ragazzi grandi.
Sempre Jessica racconta di quando i “Quartierani” spararono nella gamba a “ò mottino” e Enza dice che è uno “sbattimento” nella Sanità.
Antonio dice che i guai li hanno fatti i Sequino, adesso vogliono mettere a noi per sotto.
Alessandro gli risponde che con Miano non ha fatto nessun guaio Totore, si è scatenata la guerra con Miano da quando salirono là e poi lo abbiamo fatto anche noi un guaio, quando salimmo io, Pierino e Emanuele a Miano che Pierino mi disse accompagnami e per non farlo andare solo a lui, quando scendemmo da Miano salirono Enzuccio il mio compagno e Ciro il figlio di Lello con il TMAX e li fermai raccontandogli che eravamo stati a Miano e non volevo che dicessero che eravamo andati con le pistole, Enzuccio e Lello gli risposero che non era vero e che erano a casa loro a Miano e che potevano venire quando volevano, poi dopo successe il fatto e misero a Pierino in mezzo quando andarono a Miano con i ragazzi di Totore, e quando andammo là in mezzo disse Carlucciello “dicci a Pierino che la prossima volta che sale con il Kalashnikov a Miano lo rimango con il Kalashnikov in mano” mandò l’imbasciata tramite i Tolomelli. Enza chiede: fu Genny a spostare con la bocca? Alessandro le risponde che Genny cacciò le pistole e dice: quegli scemi non sanno nemmeno arrivare a Miano quel branco di scemi…
Antonio: e noi paghiamo le pere cotte.
Alessandro dice che è convinto che sono stati loro (parla dell’omicidio di Pietro Esposito), Antonio è perplesso, Alessandro gli dice che a lui gli hanno confermato che sono stati loro e argomenta la sua convinzione dicendo che lo scooter con cui hanno fatto l’agguato “porta a Miano” è passato per Miano, Antonio dice che può essere anche che i killer avevano una casa dal lato di dentro al paese, Alessandro dice che potevano passare pure per i Colli Aminei.
Jessica dice: li fermarono a due di loro?
Antonio: a chi fermarono?
Alessandro: a due di loro su un TMAX
Antonio: dove?
Alessandro: quando uccisero a Pierino, a Miano

 Rosaria Federico

(nella foto Antonio Genidoni, Alessandro DAniello e Genny Cesarano)


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