Blitz della Guardia di Finanza nella sede della Curia di Napoli e in quella di Pozzuoli da dove le fiamme gialle hanno portato via alcuni faldoni relativi alle denunce su atti di pedofilia da parte di prelati, ma anche di festini a luci rosse con gigolò.Entra nel vivo quindi l’inchiesta che ha avuto spunto proprio dall’ammissione di uno dei ragazzi che frequentavano un prelatopoi allontanato della chiesa di Pizzofalcone. L’inchiesta è stata affidata al sostituto procuratore Clelia Mancuso del pool specializzato in reati contro le fasce deboli coordinato dal procuratore aggiunto Luigi Frunzio. I reati non sono ancora stati formalizzati ne ci sono persone iscritte nel registro degli indagati. Secondo indiscrezioni il gigolò sarebbe già stato ascoltato dalla Guardia di Finanza e presto potrebbe finire davanti ai magistrati anche gli altri ragazzi che frequentavano il “giro”. Se quegli incontri dovessero risultare solo ed esclusivamente tra persone adulte e consenzienti non possono ravvisarsi comportamenti contrari alla legge e penalmente rivelanti, ma se invece dovessero emergere dettagli su un possibile giro di prostituzione maschile utilizzato dai sacerdoti o sul coinvolgimento di minori a questi presunti festini a luci rosse ovviamente lo scenario cambierebbe e l’inchiesta affidata al sostituto procuratore Clelia Mancuso potrebbe prendere un indirizzo diverso.
Il cardinale Crescenzio Sepe ha dato l’incarico di esaminare i contenuti del dossier anonimo inviato all’indirizzo di monsignor Lucio Lemmo, vescovo ausiliare, lo scorso gennaio, poco dopo l’Epifania. Il tribunale diocesano sta vagliando con attenzione le circostanze descritte in quella lettera anonima e ricostruite da inchieste giornalistiche grazie anche alla testimonianza di uno dei ragazzi protagonisti degli incontri hard.
Secono la denuncia del ragazzo uno dei parroci della Basilica di Santa Maria degli Angeli a Pizzofalcone avrebbe avuto una serie di incontri gay con alcuni ragazzi maggiorenni dietro il pagamento di un compenso economico. Incontri consumati in un appartamento nel centro storico. E addirittura che ci sarebbero stati altri rpeti che frequentavano questa casa. Il tutto è finito in un dossier sul quale il cardinale Sepe ha iniziato un’approfondita indagine e che adesso è stato preso in consegna dagli uomi-
ni delle Fiamme Gialle. L’indagine dunque si sposta e va diritta ai fatti: i gigolò venivano adescati sui social network e su siti dedicati a incontri omosessuali. Dopo si passava all’organizzazione di festini a luci rosse in questi appartamenti. Per i ragazzi c’erano soldi, dai dieci fino ai trenta euro. Niente di cospicuo ma comunque c’era un fisso ad ogni incontro.
Alla luce di questi racconti e del corposo dossier finito sulla scrivania del cardinale il prete è stato rimosso e allontanato dalla basilica di Pizzofalcone con la speranza che il vortice che ha travolto la chiesa si possa calmare. Anche la Curia flegrea è stata tirata in ballo. Dopo il caso del parroco napoletano anche un prete della diocesi flegrea, infatti, sarebbe stato indicato come un frequentatore di quelle case del centro storico dove si organizzavano gli incontri. Il vescovo, monsignor Gennaro Pascarella, come il suo omologo, ha analizzato a fondo le documentazioni che gli sono state trasmesse valutando con attenzione la situazione.