Pd, Fiano: “Iscritti irregolari a Quarto,Castellammare, Bagnoli, Miano e S.Carlo”

“Sul tesseramento a Napoli e provincia abbiamo esaminato cinque casi: Miano, San Carlo e Bagnoli a Napoli, e Quarto e Castellammare in provincia. In tutti i cinque casi il Pd metropolitano è intervenuto, prima che i fatti divenissero pubblici”. Lo ha detto Emanuele Fiano, il parlamentare inviato da Roma a Napoli per verificare le irregolarità nel tesseramento del partito. Fiano, in una conferenza stampa nella sede del Pd in via Toledo ha spiegato che “a Bagnoli e Quarto, il Pd di Napoli ha rilevato un numero esagerato di iscritti nella fase finale e ha bloccato le adesioni. A Castellammare ci sono circa 100 iscrizioni online su 250 effettuate con un unico mezzo di pagamento, un fatto che contrasta con il principio una testa, un voto e quindi anche lì le iscrizioni sono state bloccate. Queste persone non sono quindi iscritte al Pd”. Sul caso di Miano in cui Michel Di Prisco avrebbe dato i 10 euro necessari per iscriversi ad alcune persone, Fiano ha spiegato: “Gli episodi sono stati segnalati da un consigliere municipale alle cinque del pomeriggio e sono state bloccate le iscrizioni di quella giornata. I comportamenti di Miano sono incompatibili con il Pd. Sottolineo anche che Michel Di Prisco non è iscritto al partito”. Per il quartiere napoletano di San Carlo, Fiano, infine, spiega che “il tesseramento si svolgeva nella sede del Pd di Napoli e il 24 sera l’ufficio adesioni del circolo ha segnalato al segretario provinciale Carpentieri che c’erano preiscrizioni non regolari, con nomi di persone non residenti nel quartiere e alcuni stranieri. Quelle tessere sono state bloccate”. Sugli stranieri, Fiano ha spiegato che “alla porta del Pd c’era un filtro, alcuni dirigenti chiedevano a chi entrava se sapeva dove si trovasse e cosa era venuto a fare esattamente, sia in italiano che in inglese. In totale 34 persone non hanno dato risposte convincenti sulla loro piena consapevolezza e volontà di iscriversi al Pd e quindi le loro iscrizioni non sono diventate tessere”. I cittadini stranieri, si apprende, sarebbero sei cingalesi.


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