Sono state depositate le motivazioni che hanno portato all’assoluzione in Corte di Assise di Appello dei ras di Qualiano, Paride De Rosa, in merito ad alcuni omicidi della sanguinosa faida tra i D’Aletrio e Pianese negli anni 2006 e 2008. A scatenare la faida fu l’omicidio di Nicola Pianese, detto “’o mussuto”, capo dell’omonimo clan. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, Paride De Rosa decretò la morte di Pasquale Russo, detto “’o cartunaro”, e di Armando Alderio, detto “’o scarpariello”, colpevoli di aver ucciso Nicola Pianese, a cui era particolarmente legato. Il tutto mentre gli uomini coagulatisi intorno a Raffaela D’Alterio, la vedova di Nicola Pianese, detta “’a muciona”, eliminarono Carmine Starace e Antonio Sarappa, rei di aver eseguito gli omicidi di Russo e di Alderio.In primo grado il processo si era concluso con la condanna all’ergastolo per gli imputati. All’udienza del 6 luglio dello scorso anno Luigi Mallardo, difeso dagli avvocati Saverio Senese e Pasquale Pianese, aveva confessato la sua partecipazione all’omicidio di Antonio Sarappa, mentre si era proclamato innocente rispetto all’omicidio di Carmine Starace. Paride De Rosa (difeso dall’avvocato Dario Vannetiello) fu assolto da entrambi gli omicidi e con lui anche Massimo Giacomelli (difeso dall’avvocato Beatrice Salegna). A Luigi Mallardo ridotta la pena dell’ergastolo a 30 anni di reclusione. Confermate le altre richieste di condanna a carico dei due pentiti: Bruno D’Alterio ha incassato 29 anni e 10 mesi, mentre a Vito Guadagno sono stati inflitti 15 anni e 10 mesi.
Nonostante le dichiarazioni accusatorie di numerosi pentiti: Ciro Pianese, Bruno D’Alterio, Vito Guadagno, Giovanni Chianese, Michele D’Alterio, Rosario Solmonte, Ciro Cappiello, Salvatore D’Arbitrio, Vincenzo Di Mare i giudici dell’Appello, come riporta Il Roma, hanno ritenuto fondati i motivi proposti dal collegio difensivo, soprattutto riguardo l’attendibilità dei pentiti. “In particolare – scrivono i giudici – sebbene Ciro Pianese e Michele D’Alterio indichino De Rosa come organizzatore del gruppo rivale a quello di D’Alterio, ed in particolare come ideatore dell’omicidio Russo, non hanno mai indicato Ciro Pianese come uno dei componenti del gruppo De Rosa….Malgrado Michele D’Alterio abbia riferito di aver appreso da suo cognato Antonio Sarappa il nome delle persone che avevano partecipato all’omicidio, non ha mai indicato Ciro Pianese come uno dei soggetti coinvolti nell’omicidio. Anzi, riferendo de relato, ha dimostrato di non sapere neppure del ruolo di “specchiettista” che invece Di Marino avrebbe svolto in occasione dell’agguato entrando in contrasto con le dichiarazioni di Pianese. Inoltre il contenuto delle deposi-ioni riguardanti l’esecuzione materiale dell’omicidio non può essere annoverato tra le fonti dirette”.
Ed è per questo che riguardo ai racconti di D’Alterio Michele per il collegio giudicante “non ci sono elementi che confermino la credibilità intrinseca del soggetto ed il contenuto delle sue dichiarazioni, dunque non è dimostrata l’affidabilità probatoria sua e di Pianese, e con essa la riscontrabilità dei rispettivi racconti sul ruolo avuto da De Rosa nell’ideazione e dell’organizzazione dell’omicidio”. Anche le dichiarazioni di Rosario Solmonte, Giovanni Chianese e Salvatore d’Arbitrio sono rese “de relato” da altre fonti informative la cui valenza probatoria è del tutto assente.