Si è pentita  la croupier dei Casalesi. Così come il padre , l’ex boss dell’Agro Aversano, Raffaele Venosa, da qualche settimana Maria Venosa detta “Mery” ha deciso di passare dalla parte dello Stato. La giovane era stata  colpita da un’ordinanza di divieto di dimora in Campania l’otto febbraio scorso nel maxi blitz contro i Casalesi che portò in carcere 42 persone tra cui Walter Schiavone, figlio del famoso “Sandokan” per l’anagrafe Francesco Schiavone. La Venosa, 27 anni, aveva  la gestione diretta del profilo di amministratore di una piattaforma di poker on line denominata DBG Poker un vero e proprio Casinò on line con il quale i Casalesi guadagnavano migliaia di euro al giorno. “Possedevo le password per gli accrediti dei clienti attraverso le quali puntavano il denaro per le scommesse”, ha spiegato nei primi verbali la neo pentita. Ma anche precisato che “le vittime non potevano barare” perché attraverso il server centrale che gestiva il sistema di gioco lei e il suo ex fidanzato, Giuseppe Verrone, controllavano tutti gli accessi alla piattaforma e quindi anche il danaro che ciascun giocatore puntava. La ragazza ha puntato l’indice contro Schiavone junior e Antonio Cantiello figli del boss Salvatore detto “carusiello”, entrambi ai domiciliari dopo 15 giorni dall’arresto.  “Il mio ex compagno consegnava stipendi fissi sia a Cantiello che a Schiavone. Per la famiglia Schiavone  lo stipendio veniva ritirato da Walter Schiavone, figlio di Francesco Sandokan: la quota mensile che intascava era di 8mila euro”, ha raccontato la neo pentita in un dei primi verbali davanti ai pm Luigi Landolfi e Vincenzo Ranieri della Dda di Napoli, titolari dell’inchiesta e che ora alla luce delle dichiarazioni della Venosa sono pronti a firmare la chiusura indagini e chiedere il rinvio a giudizio per i 42 arrestati nel maxi blitz dell’otto febbraio.