Faida a Scafati, Romolo Ridosso accusa il figlio Gennaro e poi in lacrime gli chiede di pentirsi

Scafati. “Figlio pentiti, io non ce la faccio più voglio cambiare vita”: Romolo Ridosso lancia un appello al figlio Gennaro e tra le lacrime lo accusa di aver ucciso Andrea Carotenuto, insieme al nipote Luigi Ridosso jr. Ha chiesto di fare spontanee dichiarazioni al processo in cui è imputato per gli omicidi avvenuti a Scafati agli inizi degli anni 2000, il pentito ‘controverso’ che da giugno dello scorso anno fa dichiarazioni a ‘singhiozzo’ ai magistrati della Procura di Salerno. Prima dichiarazioni spontanee, poi, la decisione del pm Giancarlo Russo di esaminarlo come imputato, tra le proteste e le opposizioni degli avvocati difensori degli altri imputati dinanzi al Gup del Tribunale di Salerno, proprio per sentirlo sull’omicidio di Carotenuto avvenuto il 22 ottobre del 2002 in via Martiri d’Ungheria, con un colpo di pistola calibro 7,65 sparato a bruciapelo.

Romolo Ridosso ha chiamato a conferma delle sue dichiarazioni contro il figlio Gennaro e il nipote Luigi, all’epoca minorenne, due testimoni: uno è Alfonso Loreto che all’epoca era grande amico di Gennaro Ridosso e frequentava abitualmente la famiglia, l’altro è Di Martino un commerciante di abbigliamento di Scafati. Sarà proprio quest’ultimo ad essere sentito per confermare la circostanza riferita da Romolo Ridosso e cioè dovrà dire se all’epoca dell’omicidio seppe chi erano i killer di Carotenuto, ritenuto componente del gruppo Tammaro- Muollo – Di Lauro, rivali del clan Ridosso.

Ma più di ogni altra cosa, ieri mattina nell’aula del Gup Renata Sessa, ha pesato l’appello lanciato da Romolo Ridosso al figlio Gennaro, ritenuto uno dei capi della cosca. ‘Romoletto’ gli ha chiesto di pentirsi, di cambiare vita. “Non ce la faccio più – ha detto in lacrime al figlio imputato nello stesso processo – io non dormo più la notte. Devi cambiare vita anche tu”. Il procedimento che si sta celebrando dinanzi al Gup Sessa è relativo agli omicidi di Salvatore Ridosso, alias Piscitiello, fratello di Romolo, per il quale sono imputati Ferdinando Muollo, come mandante e Valentino Mansi come esecutore materiale. Quello di Luigi Muollo, ucciso per volere proprio di Romolo Ridosso, perché ritenuto uno degli esecutori materiali dell’omicidio Ridosso; ed inoltre l’assassinio di Andrea Carotenuto e il tentato omicidio di Generoso Di Lauro. Dopo le nuove rivelazioni di Ridosso, il pubblico ministero della Dda Giancarlo Russo ha chiesto di rinviare la requisitoria per gli imputati che hanno chiesto di essere giudicati con rito abbreviato condizionato e che si dovrebbe tenere il prossimo 19 aprile. Rinuncia all’abbreviato la difesa di Antonio Romano, l’avvocato Luisa Nastri dopo aver eccepito la mancanza dei verbali illustrativi di due collaboratori di giustizia napoletani, Di Fiore e Terracciano, e ritenuto che la Procura non ha potuto mettere a disposizione gli atti, ha scelto il giudizio ordinario. Così come faranno Romolo Ridosso e ilfiglio Luigi, con Michele Imparato e Antonio Palma che parteciparono alle fasi preparatorie dell’omicidio di Luigi Muollo. Non è stato accolto il rito abbreviato condizionato per Giuseppe Ricco che, quindi, farà il rito ordinario. Stessa scelta processulae per Veruska Muollo e per l’ex marito Francesco Fienga accusati di aver custodito le armi utilizzate per l’omicidio di Salvatore Ridosso. Hanno scelto il rito abreviato, invece, i pentiti napoletani Pasquale Di Fiore e Giuseppe Iorio. Rito abbreviato anche per Ferdinando Muollo ‘o dentista.

Nella prossima udienza sarà interrogato il commerciante scafatese che avrebbe saputo e riferito i nomi degli autori dell’omicidio di Andrea Carotenuto. E sarà controesaminato dai difensori degli imputati anche Romolo Ridosso che sostiene di aver saputo da Di Martino e da Alfonso Loreto i nomi degli assassini.


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